25.4.18

Don Bobbio. Un'epigrafe partigiana a Chiavari


Don Giovan Battista Bobbio, nato a Bologna il 3 luglio 1914, era diventato parroco di Valletti, un paese allora poverissimo in provincia di La Spezia, nel 1939. Dopo l'8 settembre del 1943 divenne amico e collaboratore di quei giovani che, sull'Appennino ligure, avevano scelto la strada della lotta per la libertà, dando un gran contributo al lavoro per la costruzione di una nuova vita democratica (giunte popolari, vettovagliamento dei partigiani e della popolazione sulla base della solidarietà, scuole, ecc.). Il sacerdote, diventato cappellano della Brigata d'assalto Garibaldi "Coduri", non solo assistette spiritualmente i partigiani, ma contribuì a rafforzarne i ranghi, facendo da intermediario per portare soldati della Divisione alpina repubblichina "Monterosa", che presidiava il passo di Velva e il litorale, nelle file della Resistenza. Riuscì persino a far passare con i partigiani, a Torriglia, l'intero Battaglione "Vestone". Era il 4 novembre del 1944.
Poco meno di due mesi dopo, il rastrellamento in grande stile, che i nazifascisti misero in atto con lo scopo principale di catturare il prete partigiano. Don Bobbio, consigliato di allontanarsi, non volle abbandonare i parrocchiani. Quando i nazifascisti arrivarono a Valletti, presero d'assalto la canonica, la devastarono e la diedero alle fiamme. Il sacerdote, già nelle mani dei fascisti, riuscì ancora a confortare due giovani paesani che sarebbero stati di lì a poco eliminati sul posto. Venne poi trascinato per la montagna, lasciato per un'intera notte legato ad una palizzata mentre turbinava la neve e poi, da Santa Maria del Taro, trasportato in autocarro a Chiavari. Qui fu tenuto per due giorni in totale isolamento, prima che il suo calvario si concludesse al poligono di tiro, con la fucilazione senza processo.
Riprendo da “l'Unità” l'epigrafe che correda il suo busto collocato nei giardini di Chiavari e dettata da Giovanni Serbandini (nome di battaglia “Bini), combattente partigiano sulle montagne liguri e per alcuni anni direttore dell'edizione ligure de “l'Unità”, oltre che poeta e appassionato di poesia. (S.L.L. - Notizie tratte dal sito dell'ANPI)
 Quando gli chiesero
al poligono di tiro
se voleva pregare prima di morire
ai nazifascisti rispose
«Io sono già a posto con la mia coscienza
ma pregherò per voi»
e cadde con le mani in croce
Don Bobbio
parroco di Valletti e della “Coduri”
a testimoniare con serena fermezza
cristiana e partigiana
il valore di un'intesa
salvatrice della patria e dell'umanità.

l'Unità”, 25 aprile 1958

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