25.2.10

Bertoldo e Cacasenno.


"Indubbiamente la corruzione é un fenomeno grave e va combattuta con ogni forma lecita. Ma osservo qualche anomalia. I rubinetti dei Magistrati o meglio i cassetti di alcuni PM si aprono sempre prima di scadenze elettorali e questo rende sospette e talvolta poco credibili anche indagini serie, con il sospetto che possano essere politicamente orientate. Mi domando con viva curiosità perché non siano emerse prima".
"Grazie anche alla morbosità dei mezzi di informazione, gente che poi risulta innocente, viene messa al pubblico ludibrio. Una gogna mediatica. Magari risulta innocente col passaggio del tempo. Ma mi domando: chi restituisce la dignità infangata a questa gente irreparabilmente offesa nell'onore e sconvolta nella esistenza. Per esempio, io credo alla piena buona fede di Bertolaso che stimo persona seria, capace e corretta, degna di stima. Magari qualche operazione poco limpida di un collaboratore può essere avvenuta, non lo escludo, ma che colpa ne ha lui. Mi sembra che Bertolaso con la sua popolarità, con il suo carisma ed anche con una innegabile propensione al bene e alla voglia di fare le cose in modo efficace e veloce, abbia pestato i piedi a qualcuno che intende fargliela pagare cara. Un tempo si diceva che chi la fa più grossa in un convento diventa abate. Mi pare che siamo ritornati a quel motto. La Bonino e Vendola non hanno alcun titolo per ottenere voti dai cattolici, non é lecito appoggiarli per un cattolico".
L'autore di queste pittoresche dichiarazioni non è Berlusconi, nè Bonaiuti e neppure Giovanardi; a ponzarle è monsignor Arduino Bertoldo, vescovo emerito di Foligno. Le ha rilasciato al sito cattolico integralista Roma.Pontifex. La cosa più curiosa è che negli stessi giorni la testata accusa Nichi Vendola, che ha criticato il recente documento della Cei, di occuparsi indebitamente delle cose della Chiesa.
P.S. Bertoldo lancia un anatema contro Vendola e Bonino. Da vescovo di Foligno con la folignate presidente della regione Umbria Lorenzetti, oggi uscente, fu sempre culo e camicia (chi ci mettesse la camicia non s'è mai saputo). Chissà perchè.

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