28.2.10

Guerra ai gay in Uganda. Pena di morte?

Un articolo del 20 febbraio da “The Times” ci informa di una condizione disperante dei gay in Uganda.

(http://www.timesonline.co.uk/tol/news/world/africa/article7034335.ece)

L'omosessualità è da molto tempo illegale, ma oggi potrebbe condurre alla pena di morte. E’ questo il contenuto di una recente proposta di legge del deputato Hon David Bahati, espressione di nuove sette cristiane sempre più potenti e dotate di notevoli mezzi finanziari. In molti paesi africani, del resto, come in Uganda, si avverte una recrudescenza dell’omofobia, incarognita dalle campagne in difesa della famiglia tradizionale condotta da musulmani e cristiani di ogni confessione.

In Kenya, ove è già in corso il processo a una coppia omosessuale maschile per “pratiche non naturali”, la polizia ha di recente arrestato anche gli invitati a una cerimonia che, a detta dei birri, doveva essere un matrimonio gay. Li avrebbero condotti in guardina anche per salvarli dalla folla inferocita.

In Uganda l’impressione è di una vera e propria caccia alle streghe. La proposta di legge è, infatti, il coronamento di una vera e propria campagna d'odio. La condanna a morte verrebbe comminata per rapporti con minori, per i malati di Aids o per i “recidivi”. Per i casi di sesso gay tra adulti consenzienti è previsto l’ergastolo. Diventerebbe punibile con il carcere anche la “promozione dell’omosessualità”, una formula che consentirebbe la repressione sia delle associazioni gay sia di quelle per i diritti civili e verrebbe incoraggiata la delazione attraverso pene per chiunque non segnali alle autoritàun atto omosessuale.

In prima linea nella guerra ai gay è Martin Ssempa, il presidente della task force inter-religiosa nazionale “Pastori contro l'omosessualità in Uganda”. All’inizio di febbraio alcune migliaia di persone lo hanno seguito in una marcia omofobica a Jinja, una città 80 km a est della capitale. I manifestanti hanno esposto striscioni, recitato preghiere e citato passi della Bibbia. Altre manifestazioni di massa sono in programma nelle prossime settimane, anche se una "Million Man March" che si doveva svolgere nella capitale è stata annullata quando la polizia ha rifiutato di concedere l'autorizzazione. Il metodo di Ssempa è quello del Casini del Movimento per la Vita: mostra video di rapporti omosessuali sado-maso o pedofili scaricati dai siti pornografici e grida: “Ecco cosa fanno gli omosessuali!”. Anche nelle sue prediche e nelle sue comparse televisive l’omosessualità viene accomunata, senza alcun distinguo, alla pedofilia e alle peggiori perversioni. In un incontro con i cronisti di “The Times” ha detto che quello in atto è uno "scontro di civiltà" ed ha sostenuto il disegno di legge considerato un’arma legale contro gli “omosessuali predatori”.

La condanna internazionale è stata abbastanza ampia. Fanno eccezione governi fascisteggianti come quelli di Berlusconi o di Putin. E’ stato soprattutto Obama a reagire, descrivendo il progetto come odioso: gli Usa e altri paesi donatori hanno minacciato di sospendere gli aiuti. Il presidente dell'Uganda Museveni è sempre più imbarazzato dal dibattito e appare probabile che la pena di morte venga eliminata dalla legge. Per i gay ugandesi, tuttavia, saranno comunque tempi duri e l'odio che è stato sollevato produrrà a lungo danni e discriminazioni.

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