4.1.11

Bazhanov racconta Stalin.

Boris Georgievic Bazhanov nacque nel 1900 e fu dal 1923 al 1926 aiutante di Stalin e segretario del Politburo del Pcus.  Nel 1928 fuggì in Francia, ove sarebbe morto nel 1983. Nel 1979 rilasciò a Dario Staffa, del settimanale italiano “L’Europeo”, un’intervista per un inserto speciale dedicato a Stalin per il centenario della nascita del dittatore georgiano. Ne ho tratto i due seguenti significativi aneddoti. (S.L.L.)
La cosa più importante
Alla fine del 1923 , nel corso di una seduta della “trojka” (Zinoviev, Kamenev e Stalin) si discuteva del crescente potere dell’opposizione trotzkista all’interno del partito. Kamenev rivelò che c’era un serio pericolo di perdere la maggioranza e chiese agli altri cosa si potesse fare. Stalin rispose: “Penso, compagni, che non abbia nessuna importanza come e per chi voterà il partito. Estrema importanza ha invece come e chi conterà i voti”.

Una malattia canina
Nel plenum del Comitato centrale del maggio 1924, quando Kamenev lesse il testamento di Lenin nel quale si chiedeva l’allontanamento di Stalin dalla segreteria, fu Zinoviev a salvarlo. Quando, un anno e mezzo dopo, Stalin riuscì ad escludere Zinoviev dal potere, questi gli rinfacciò di averlo a suo tempo salvato e soggiunse amaramente: “Sapete voi, compagno Stalin, cosa sia la riconoscenza?”. “Certo che lo so, lo so benissimo: è una malattia canina”. Questo era l’uomo che negli anni Trenta avrebbe eliminato un’intera classe dirigente del suo partito. 

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