17.2.14

Arthur Miller e il maccartismo (Furio Colombo)

Dal necrologio di Arthur Miller scritto per l'Unità da Furio Colombo riprendo qui la parte iniziale. (S.L.L.)
Joseph McCarthy e Arthur Miller nei primi anni '50
Alcune immagini restano in mente di lui: come la ripresa filmata della seduta al Senato degli Stati Uniti. Arthur Miller, giovanissimo autore di teatro già famoso, già noto nel mondo, tiene testa al senatore Mc Carthy, che lo accusa di comunismo, rifiuta di fare nomi di complici, rifiuta persino di vendicarsi del fraterno amico Elia Kazan, che lo ha denunciato per liberarsi dalla persecuzione. Dice del suo accusatore in udienza: «È un grande regista».
Ma non si lascia piegare dal senatore della caccia alle streghe che agita un pezzo di carta e gli intima: «Abbiamo tutto scritto qui, confessi». Un cameraman è riuscito a filmare Mc Carthy alle spalle: il foglio d’accusa era bianco. La folla che aspettava fuori ha accolto Arthur Miller con un grande applauso. JosephMc Carthy, di professione calunniatore e cacciatore di streghe, cominciava a finire in quel momento. Arthur Miller, per molti americani, è nato allora e non è più uscito dalla scena dell’impegno politico.
Mi diceva che gli piaceva definirsi antifascista perché aveva combattuto in Italia e aveva visto bene che cosa era il fascismo. 

l'Unità, 12 febbraio 2005

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