13.2.14

Romanzo nero e cinema. Macdonald e l'eredità di Marlowe (Goffredo Fofi)

Paul Newman in "Detecive's Story"
Forse la vera innovazione e la maggiore intuizione del romanzo nero di Hammett e Chandler è stata quella di aver scelto un nuovo spazio per l'eroe americano, dalla campagna (dalla libera natura) alla città (la giungla del capitale). La grande stampa e il cinema avevano anticipato, con la rincorsa all'attualità e allo scoop, la proposta di un ambiente e di un anti-eroe nuovo eroe, il gangster, provocando ben presto la proposta di nuovo eroe nel G-Man. Il romanzo, con l'invenzione del "private eye", sfugge a questo manicheismo e offre una mediazione adeguata: il "private eye" sta dentro lo schifo, conosce la corruzione e il male della città, ma la sua funzione è comunque quella di "scoprire i colpevoli" anche se le leggi del mondo ne impediscono spesso la punizione. Di qui l'aura romantica, tra durezza e sentimento, cinismo e passione disillusa, che giustifica il fascino di personaggi come Spade e Marlowe, o, nel fumetto degli anni Trenta, l'Agente Segreto X-9, pur con tutte le loro differenze. Il film noir darà un'immagine e una presenza mitica a quest'eroe, angelo caduto solo a metà e ben presente al suo tempo benché impotente a cambiarlo, con la faccia, la smorfia, la laconicità, l'impermeabile, la sigaretta, il passo di Bogart.
Ma coi Cinquanta il personaggio e il genere decadono, l'eroe si fa molto più cinico e più duro o molto più sentimentale, e il disagio del tempo si esprime meglio nel nevrotico inadattamento di Brando, Dean, Clift, persa ormai una connotazione di conoscenza (e coscienza) delle regole del mondo in un sovrassalto di narcisismo esasperato. I "privates" interessano di meno il cinema, e sembra che Hammett e Chandler debbano venir relegati a un culto solo nostalgico, nell'incapacità degli scrittori e dei cineasti di raccoglierne l'eredità, finché non spunta, nel romanzo, il nome di Ross Macdonald. Il suo eroe, Lew Archer è un fratello minore, o forse figlio, di Marlowe. Si muove in ambienti simili e incontra personaggi simili (la California dei ricchi e dei poveri, dei magnati e degli immigrati, dei politici e dei poliziotti, dei "guru" e degli sfasati, delle mogli insoddisfatte e delle bionde frigide — in definitiva dell'ossessione del dio denaro, per chi ce l'ha come per chi non ce l'ha), ma l'epoca è cambiata, gli anni — e si sente — sono gli ultimi della guerra fredda e i primi della coesistenza, in cui tutto cambia perché nulla cambia. Mac donald dimostra, da grande solitario, la persistenza di un'intuizione e di un'ottica, prima che, stavolta dalle città di provincia (con Thompson) o dalla megalopoli newyorkese (con Mc Bain) non dimostrino un'attualità maggiore, e una nuova durezza, poliziotti (poliziotti, non privates) al limite della violenza gratuita in risposta ad altra violenza gratuita. Ma intanto, negli anni Sessanta, quel poco di "privates" che operano vengono da lui, Macdonald. Il Paul Newman-Archer (in cinema Harper, perché, Newman sosteneva che i nomi che cominciano con H gli portavano fortuna) di Detective Story (da Bersaglio mobile) di Jack Smight, 1966, splendida sceneggiatura di William Goldman piena di citazioni e omaggi ai classici, ha una sensibilità tutta da anni Sessanta, una consonanza che ritroviamo in uno dei primi film di Burt Kennedy (quando Kennedy ancora prometteva bene), La trappola mortale, 1965, ultima e tardiva, commovente apparizione della coppia Glenn Ford-Rita Hayworth, e perfino, più tardi nel Nicholson di Chinatown e nel Gould del Lungo Addio. Newman farà di nuovo Archer-Harper in Detective Harper: acqua alla gola (The drawing pool, 1975) di Stuart Rosenberg, un film insicuro e che sa di superato, incapace di attualizzare il genere, ma di cui si ricorda una significativa battuta della donna al protagonista: "Harper, tu non sei affatto un duro!" Gli occhi chiari di Newman , e la sua integrità non reggono di fronte a quelli spietati di Clint Eastwood, Dirty Harry, nel film di Siegel che, annunciato dai due di Gordon Douglas con Frank Sinatra, spinge il cinismo a spietatezza e rida fiato al poliziotto truce. Il private è sconfitto, e può reggere ancora solo nei film comunque revivalistici di Polanski o Altman, o nei Marlowe con Mitchum.


“Scena”, Anno VII n.2 Febbraio 1982

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