9.10.14

Insegnare nel Medioevo. Intervista a Jacques Le Goff (Elena Guicciardi)

PARIGI - Jacques Le Goff autorevole medievalista e autore, in particolare, di Les intellectuels au Moyen Age (in Italia Gli intellettuali nel Medioevo è uscito negli Oscar Mondadori), che tratta delle origini delle università era stato invitato a Bologna per partecipare a un convegno, che si aprirà domani, in occasione del IX centenario dell'Università.

“Ho dovuto declinare l' invito, perché sono sopraffatto dal lavoro, mi dice Le Goff, ricevendomi nel suo studio; e con un largo gesto indica la montagna di libri e di carte accatastate sul suo scrittoio. Me ne dispiace molto, perché mi avevano proposto di trattare un tema difficile ma appassionante: quello del ruolo dell'orale e dello scritto nell' insegnamento delle prime università. Ora, sia i testi, sia le parole degli insegnanti, hanno trasmesso la cultura in misura ugualmente determinante. In genere si ha una visione troppo semplicistica delle realtà culturali. Oggi per esempio si pretende che la televisione nuoccia alla lettura; e invece analisi approfondite dimostrano il contrario. Così pure nel Medioevo l'orale e lo scritto si rafforzavano a vicenda. Nella misura in cui l'Università di Bologna è stata un modello, sarebbe interessante studiare come, nel XII secolo, vi furono inventate delle tecniche d'insegnamento che in seguito avrebbero costituito il fondamento della scolastica. Una di queste tecniche era la quaestio, una forma di dibattito organizzato intorno a un determinato tema, che da un lato supponeva nei partecipanti la conoscenza dei testi, dall'altro esigeva lo scambio di parole. Ancora oggi l'insegnamento universitario passa attraverso il libro come attraverso la parola”.

L'Università di Bologna è stata la prima creata in Italia: è stata anche la prima in Europa?
“Molto probabilmente sì. Ma devo dire che le ricerche per stabilire date precise mi sembrano un po' inutili. Difatti le prime università europee, in quanto corporazioni, sono nate e si sono costruite molto lentamente. Peccando per eccesso di giuridicità, certi studiosi ritengono che una Università nasce nel momento in cui ha uno statuto; ma la realtà è più complessa (a prescindere dal fatto che spesso è molto difficile conoscere i primi statuti). Detto questo, l' Università di Bologna fu probabilmente la prima in Europa. E si distingue per la sua struttura istituzionale. Le università medievali si dividono infatti in due categorie: quelle in cui la corporazione è dominata dai docenti il caso di Parigi e quelle dominate invece dagli studenti: è il caso di Bologna. L' Università di Bologna acquistò assai presto un carattere internazionale e i suoi studenti, fra cui appunto molti stranieri, si organizzarono per assicurarsi garanzie e privilegi. In questo senso, l' Università di Bologna rappresenta un primo modello, quale che sia la data precisa della sua nascita”.

Lei afferma che i professori, a un certo momento, diventarono una casta ereditaria.
“Bisogna precisare. Inizialmente i professori sono dei chierici, che appartengono alla Chiesa. Alcuni di loro hanno ricevuto gli ordini maggiori, quindi sono dei veri sacerdoti e non possono sposarsi. La maggioranza dei chierici, invece, hanno ricevuto soltanto gli ordini minori e sono autorizzati a sposarsi, ma così facendo perdono i privilegi dello statuto clericale. Perciò si sposeranno soltanto coloro che hanno modo di guadagnare abbastanza fuori dall'ambito della Chiesa: e sarà il caso dei medici e dei giuristi. Per loro, si delinea effettivamente la tendenza a costituire delle caste ereditarie: ma si tratta di un fenomeno minore. Invece verso la fine del Medioevo il fenomeno del nepotismo si diffonde nelle università, in tutti gli ambienti clericali”.

Quali sono i privilegi dei professori?
“Essenzialmente due. Il primo è di non dipendere dai tribunali civili ma da quelli ecclesiastici, meno severi (per le colpe minori dipendono dai tribunali universitari). Il secondo privilegio, grandissimo, è di essere esonerati dal pagamento delle imposte. In un primo tempo la sopravvivenza dei professori era assicurata essenzialmente dai proventi della collecta, cioè da quello che pagavano gli studenti. Un piccolo numero di docenti approfittavano della loro situazione per affittare camere agli studenti o prestar loro dei libri a tassi da usurai. Poi c'erano i regali. L' usanza del regalo era una pratica corrente nel Medio Evo: nel caso dell'Università era regolamentata dagli statuti. Dopo gli esami, gli studenti erano tenuti a offrire un dono al loro insegnante: si trattava per lo più di oggetti di vestiario. Le cronache menzionano spesso il dono di guanti; essendo il guanto un segno di distinzione sociale, il regalo in questo caso aveva un valore simbolico. Gli studenti offrivano anche dei divertimenti, spesso assai costosi (talvolta in Spagna un neolaureato doveva pagare una corrida), o magari dei banchetti”.

Fino a quando l'insegnamento sarà gratuito e come si trasformerà l'Università assumendo un carattere elitario?
“Gli studenti avevano tre problemi: trovare un alloggio (e i prezzi degli alloggi salgono man mano che aumenta la popolazione urbana); procurarsi il vitto; procurarsi i libri, che in particolare nel XII e XIII secolo sono carissimi. Perciò soltanto i figli dei ricchi potevano accedere agli studi superiori. Tuttavia nel settore dell'insegnamento, come del resto in altri, la Chiesa introdusse dei provvedimenti che oggi chiameremmo sociali: fondò dei collegi riservati ad un certo numero di borsisti, che vi erano alloggiati, nutriti e vestiti gratuitamente. Il reclutamento dei giovani non si effettuava però in base a criteri sociali, ma soprattutto in funzione delle loro capacità intellettuali. Spesso più ambiziosi degli altri studenti, i borsisti beneficiavano di buone condizioni di lavoro; e così questi collegi diventeranno, specie durante il secolo XIV, le roccaforti delle università”.

Mentre altre università europee entravano in conflitto col potere ecclesiastico per conquistare la propria autonomia, l'Università di Bologna si alleerà col Papa per lottare contro il Comune. Di quali armi si servivano le corporazioni universitarie per condurre questa lotta?
“L'arma principale è rappresentata dallo sciopero. Sono stati i professori universitari a inventare lo sciopero. Nella maggioranza dei casi se ne andavano semplicemente dall'Università per trasferirsi in un' altra città: trattandosi per la maggior parte di scapoli, che non disponevano di locali propri, ma dispensavano generalmente il loro insegnamento in locali ecclesiastici o messi a disposizione dal Comune, l'esodo non poneva loro eccessivi problemi. Ma poiché un'Università costituiva un motivo di prestigio per una città, questa forma di boicottaggio era molto efficace. Venendo al caso particolare di Bologna, va ricordato che la città dipendeva dal potere imperiale. Nel XII secolo Federico Barbarossa aveva protetto l' Università bolognese, ma nel XIII il potere imperiale era diventato praticamente inesistente. Così l' Università, dovendo lottare per la propria autonomia, entra in conflitto col Comune e si mette sotto la protezione del Papa. Oserei dire che gli insegnanti bolognesi si vendettero al Papa”.

Quale è stato il periodo più glorioso dell'Università di Bologna e a che cosa si deve la sua reputazione internazionale?
“Il periodo più glorioso corrisponde ai secoli XII e XIII. Nelle grandi università europee c' erano allora quattro facoltà: la facoltà delle Arti dove si insegnavano le sette arti liberali, che coprono il campo che oggi chiamiamo delle lettere e delle scienze; la facoltà di Medicina; e le due facoltà di Diritto: quella di diritto romano e quella di diritto canonico. La reputazione di Bologna è legata per l' appunto alle sue due facoltà di Diritto, che esercitano un'influenza non solo intellettuale, ma anche sociale, di primo piano. Non dimentichiamo infatti che sono i giuristi a preparare, nel corso del Medio Evo, l'avvento del mondo moderno. La grande specialità di Parigi è la teologia, che conferisce alla sua Università un prestigio eccezionale, in quanto la teologia viene considerata la scienza suprema. Si può dire invece che Bologna ha creato il diritto canonico, ed è stata inoltre il grande centro della rinascita del diritto romano, da cui deriverà il diritto civile moderno. Il ruolo della sua Università fu essenziale, perché formò non soltanto dei giuristi che assumeranno il ruolo di alti e ultrapotenti funzionari governativi (un ruolo analogo in qualche modo a quello svolto oggi in Francia dall'Ena, la famosa École Nationale d' Administration), ma anche un' infinità di piccoli giuristi, notai, scrivani, che svolgeranno una funzione molto attiva nella società a partire dal XII secolo: prima in Italia, poi nell' insieme dei paesi cristiani. Certi studiosi tendono oggi a sottovalutare l' importanza della storia giuridica, ma secondo me lo sviluppo del diritto è stato invece fondamentale; e al riguardo il ruolo di Bologna è stato decisivo”.


“la Repubblica”,15 novembre 1987  

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