2.10.14

La generazione tradita. Nizan racconta, Sartre commenta (Giovanni Raboni)

Paul Nizan e Jean Paul Sartre
"Aveva messo tutta la sua ostinazione nel respingere le parole corrosive e soavi della borghesia e, all'improvviso, ritrovava fin dentro il Partito, quello che più temeva... Ora i suoi atti di militante gli tornavano in mente e assomigliavano come fratelli a quelli del tecnico borghese...". So che, da parecchio tempo, Jean Paul Sartre è pochissimo di moda e che citandolo, oltretutto con frasi scarsamente amabili e concilianti come quelle appena riportate, si rischia di incorrere in una commiserazione pressoché universale. Ma èun rischio che corro volentieri per attirare l' attenzione su un libro che Mondadori ha appena riproposto nella collana "Leonardo letteratura" e che si apre appunto con un lungo scritto dell' autore della Nausea. Il libro è Aden Arabia, risale al 1931 ed è la prima opera di Paul Nizan, coetaneo e amico di Sartre, morto in guerra nel 40 dopo aver militato con incarichi anche ufficiali nel partito comunista francese ed essersene clamorosamente dimesso alla notizia del patto germano sovietico (cosa che provocò la sua condanna postuma, anzi la totale cancellazione del suo nome, per un paio di decenni, da parte dell' intellettualità francese di sinistra). Penso che Aden Arabia sia un bel libro, anche se non ha la struggente intensità di quel piccolo capolavoro che è Antoine Bloyé, di pochi anni posteriore, ma basterebbe l'introduzione di Sartre, scritta per la ristampa del 1961 che segnò l'inizio della "riabilitazione" di Nizan, a giustificarne l'acquisto. La tragedia di una generazione che nel comunismo aveva creduto di trovare addirittura la liberazione dalla paura della morte e che di colpo andava a sbattere contro la realtà delle purghe staliniane e dell'accordo con i nazisti vi è raccontata con una lucidità raccapricciante, che è indispensabile saper affrontare e attraversare se non si vuole che la sinistra si riduca davvero (ancora parole di Sartre) a "un grande cadavere riverso già attaccato dai vermi".


Corriere della Sera, 20 ottobre 1996

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