12.12.09

Il ragioniere, la zarina e i quattro ragazzetti di Spoleto.

Il Comitato 23 Ottobre è nato per organizzare la controinformazione e la difesa dei 4 ragazzi spoletini, gli improbabili "terroristi internazionali" arrestati due anni fa in una sorta di ridicolo blitz con decina di teste di cuoio certamente guidati da altre teste non sapremmo dire di che.

Oggi, 12 dicembre, quarant'anni dopo piazza Fontana, mi ha inviato in un comunicato una notizia molto interessante: "Scoperto e denunciato mittente proiettili a Sindaco di Assisi, a nome BR/coop fai. Un giovane ragioniere residente a Perugia è ritenuto da Digos e Carabinieri responsabile di avere inviato alcune lettere di minaccia a varie personalità politiche regionali e nazionali, tra queste una lettera contenente proiettili inviata al Sindaco di Assisi. Trattandosi di minacce, ovviamente l’uomo non è stato arrestato, nonostante i proiettili, le minacce via posta con tanto di mittente, e sembra, secondo le prime agenzie, il ritrovamento nella sua abitazione di elementi di prova inoppugnabili e un’ultima lettera da recapitare alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. L’uomo tra l’altro versa in condizioni di disagio sociale e quindi presenterebbe caratteri che possono dar luogo a gesti simbolici di protesta".

Il Comitato non mostra di stupirsi. Così commenta: di mitomani, disperati, spiriti vendicativi che scrivono lettere di minaccia, spesso corredate da proiettili, è piena la società. Raramente - aggiunge - sono stati scoperti, quasi mai sono stati arrestati. Così continua: "Nemmeno per le minacce alla Presidente della Regione Umbria Lorenzetti sono stati scoperti i responsabili, però sono stati arrestati quattro giovani spoletini, che hanno fatto chi un anno, chi mesi di carcere. Indiziati del fatto 2 di loro, gli sono stati associati gli altri 2 con l’ accusa di aver fatto scritte e atti vandalici e così gli inquirenti hanno formato un’associazione “terrorista” e hanno decretato il carcere. Nessuna prova. Non solo, le udienze finora svolte in Corte d’Assise a Terni hanno mostrato non l’inconsistenza degli indizi, ma la loro inesistenza. Allora, non sarà il caso che giudici e magistrati tutti ripensino un momento a quanto hanno messo in piedi e rileggano i fatti alla luce di episodi come quello attribuito al ragioniere...? ".

In effetti a leggere i giornali, la testimonianza più interessante al processo dei ragazzi spoletini sarebbe stata quella della governatrice Lorenzetti che ha messo i giudici al corrente della sua vita da incubo dopo il ricevimento del proiettile e della conferma da parte del ministro Amato che la sigla usata (la stessa della lettera del ragioniere) era nota per altre azioni. Ma non so quanto la rappresentazione del martirio della "zarina" dell'Umbria possa rappresentare una prova a carico.

Cosa pensare? Condivido il giudizio del Comitato: "Per quello che ci riguarda lo schieramento messo in campo il 23 ottobre 2007 parla da solo. Più di 100 uomini, gli elicotteri, il capo dell’antiterrorismo Ganzer, le dichiarazioni a caldo della Lorenzetti, dicono già tutto. E’ la politica, non quella che facevano i 4 ragazzetti di Spoleto, ma quella che facevano gli alti vertici istituzionali e gli apparati dello stato che ha fatto della lettera inviata alla Lorenzetti non un caso di giustizia ma un caso di giustizia politica".

1 commento:

Marco Vulcano ha detto...

peccato che in pochi sene ricordano di questo schifo...c'è una bella puntata di rosso malpelo, si trova su internet e si chiama "ridateci la verde Umbria", parla proprio di questa vicenda ed è molto illuminante. Altro che terzo mandato per la zarina...

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