26.8.10

L'anarchia non è terrorismo (di Errico Malatesta)

Errico Malatesta (1853 – 1932), campano, amico di Bakunin e Kropotkin, attivo come propagandista e attivista rivoluzionario in molti luoghi e in molte latitudini, è una delle figure più nobili dell’anarchismo italiano.
Nel biennio rosso 1919-20 fu un protagonista, al punto di essere soprannominato il “Lenin italiano”, ma l’episodio, dal mio punto di vista, più suggestivo della sua straordinaria vita è rappresentato dalla fuga dal confino di Lampedusa verso l’Africa, la Tunisia.
Il brano qui proposto l’ho tratto dalla Storia degli anarchici italiani di Pier Carlo Masini, Rizzoli, 1969, ma era in origine parte di un articolo a commento degli attentati parigini compiuti dall’anarchico Ravachol, pubblicato nell’agosto 1892 sul giornale parigino “En Dehors”. (S.L.L.)
Conosciamo abbastanza le condizioni strazianti materiali e morali in cui si trova il proletariato, per spiegarci gli atti di odio, di vendetta, e anche di ferocia che potranno prodursi… Comprendiamo come possa accadere che, nella febbre della battaglia, nature originariamente generose ma non preparate da una lunga ginnastica morale, molto difficile nelle condizioni presenti, perdano di visto lo scopo da conseguirsi, prendano la violenza come fine a se stessa ed si lascino trascinare ad atti selvaggi.
Ma altro è comprendere e perdonare certi fatti, altro e rivendicarli e rendersene solidali. Non sono quelli gli atti che noi possiamo accettare, incoraggiare ed imitare… In una parola dobbiamo essere ispirati e guidati dal sentimento dell’amore per gli uomini, per tutti gli uomini… L’odio non produce l’amore, e con l’odio non si rinnova il mondo; e la rivoluzione dell’odio o fallirebbe completamente, oppure farebbe capo a una nuova oppressione.

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