13.8.10

Tra le carte di Lucini. Le orge dei salesiani a Varazze.

Su “La Stampa” dell’11 agosto 2010 un articolo di Mario Baudino, in occasione della pubblicazione del volume Messe nere sulla Riviera, fresco di stampa, racconta una vicenda di clericale pedofilia del primo Novecento sotto il titolo 1907, guerra civile per i preti pedofili

A leggere Baudino “Ci furono moti di piazza, assalti alle chiese, portoni date alle fiamme, altari saccheggiati, l'esercito per le strade a Milano alla Liguria, e persino un morto, a la Spezia”. Lo scandalo era scoppiato a Varazze; poi, dilagato per tutto il Nord Ovest, evocò spettri di guerra civile. Si scatenò la corsa al porto d'armi da parte di sacerdoti che non si sentivano sicuri, e un prete, a Savona, sparò per disperdere gli studenti che gli davano la baia. I giornali cattolici parlavano di «complotto massonico», quelli pubblicavano dettagli scabrosi, sulla base delle dichiarazioni degli inquirenti e delle presunte vittime.

Il libro, curato da Pier Luigi Ferro, ha come nucleo centrale le confessioni scritte da Alessandro Besson, un convittore dei salesiani di Varazze che si proclama vittima delle orge da costoro organizzato. Il memoriale fu ritrovato tra le carte di Gian Pietro Lucini, il poeta ribelle che sul caso voleva scrivere un J’accuse alla Zola; anche per questo è preceduto da un intervista a Edoardo Sanguineti che di Lucini fu il “riscopritore” al punto di dedicargli un’intera sezione nella sua fondamentale antologia sulla Poesia italiana del Novecento, pubblicata nel Parnaso einaudiano.
La denuncia di Besson fu l’origine di una campagna sulle orge di preti e monache perché altri casi avevano reso sensibilissimo l’ambiente. Ad Alassio, in un altro convitto salesiano dove un prete era accusato dai ragazzi perché “si dilettava di produrre godimento manuale”. Una suora, poi, prima a Torino e poi a Milano, in un suo “Asilo della Consolata” seviziava bambine e ragazzine dopo averle denudate.
A Varazze, nonostante che i medici avessero diagnosticato lesioni inequivocabili su alcuni convittori, nel corso delle indagini i genitori, per i più svariati motivi, cominciarono a ritirare le querele; e il codice Zanardelli prevedeva che per i reati sessuali si potesse procedere solo su querela di parte. Probabilmente anche allora i preti intervennero con cospicui risarcimenti extragiudiziari a comprare il silenzio delle vittime.

Ma nel suo memoriale Besson è fin troppo generoso di rivelazioni. Racconta che preti e suore a Varazze nelle loro messe nere, oltre a fare sesso, infilzavano immagini di Cavour, di Garibaldi e dei re di casa Savoia. Scrive di ragazze svestite offerte ai giovani come premio per i buoni risultati scolastici e dell’annuncio, davvero comico, che il parroco di Altare, “se staremo buoni, si spoglierà nudo”.

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