13.9.10

Napoli 1925. Solo la chiesa è all'altezza della camorra (di Walter Benjamin e Asja Lacis)

Nella biografia di Walter Benjamin la regista lettone Asja Lacis è figura molto importante. La conobbe nel 1924 a Capri, dove era in vacanza con Ernst Bloch. Asja era in tournée con la sua compagnia, che rappresentava Edoardo II di Brecht. Il rapporto con quella che B. definisce " una rivoluzionaria russa di Riga, una delle donne più eccezionali che abbia mai conosciuto” sarà decisivo per la sua svolta politica in senso comunista. Fu Asja a organizzare il suo viaggio a Mosca nell’inverno 1926-27, nel corso del quale conobbe Majakovskij e fu sempre Asja a presentargli a Berlino nel 1929 Bertolt Brecht. Con Asja Benjamin convisse quell’anno per un breve periodo. Nel 1925 Benjamin aveva collaborato con la “Frankfurter Zeitung”. Vi pubblicò tra l’altro un articolo su Napoli, scritto a quattro mani con la Lacis. L’articolo, tradotto da Mario Ponzi fu, pubblicato nel 1984 nella rivista “ES materiali per il ‘900” e successivamente riproposto il 6 aprile dello stesso anno sul quotidiano “il manifesto”. La parte più suggestiva dell’articolo (che legge la città come fosse teatro) è quella centrale, ma anche l’incipit religione e sulla camorra è di straordinario interesse. La scrittura racconta, descrive e scandaglia. In un certo senso ci parla anche dell’oggi. Ne trascrivo qui un piccolo brano (S.L.L.).

Alcuni anni fa un prete che si era macchiato di colpe immorali, fu trasportato su una carretta per le strade di Napoli, seguito da un codazzo di gente che gli rivolgeva improperi. Ad un angolo comparve un corteo nuziale: il prete si alzò in piedi, impartì la benedizione e quanti venivano dietro il carro caddero in ginocchio. In maniera così immediata il cattolicesimo in questa città tende a risorgere da ogni situazione. Dovesse sparire dalla faccia della terra sarebbe cacciato per ultimo forse non da Roma, ma da Napoli.

In nessun luogo questo popolo può vivere secondo la sua ricca barbarie nata nel cuore della stessa metropoli in maniera più sicura che nel seno della chiesa. Ha bisogno del cattolicesimo perché ad esso è congiunta la leggenda, la festa di un martire che lo legalizza al di là dei suoi eccessi. Qui sarebbe nato Alfonso de’ Liguori, il santo che ha reso flessibile la prassi della chiesa cattolica, esperto nel seguire l’opera artigianale di truffatori e prostitute, su cui scrisse un compendio in tre volumi per controllarla con penitenze più severe o più miti. Solo la chiesa – e non la polizia – è all’altezza dell’organizzazione della delinquenza, della camorra.

Allora chi n’è offeso non pensa a chiamare la polizia se è intenzionato a riavere il suo. Attraverso mediatori laici o ecclesiastici, se non addirittura di persona si rivolge a un camorrista, attraverso il quale paga il riscatto. Da Napoli sino a Castellammare, lungo la periferia proletaria, si trova il quartier generale della camorra continentale. Questa organizzazione a delinquere, infatti, evita quei quartieri in cui potrebbe essere sottoposta al controllo della polizia…

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