9.11.10

Berlusconi a casa.

L’altro ieri sera il mio amico Walter Cardinali raccontava: “Mi trovavo a Milano domenica 3 ottobre. Sono andato a sentire il discorso di B., al Castello Sforzesco, per la festa del Pdl. Per curiosità. C’era gente. Ho sentito B. proclamare che trovava 'imbarazzante' la richiesta dell’opposizione che se ne andasse a casa: ‘Ho venti case, non saprei in quale andare’. Quando ha pronunciato la frase, la folla è esplosa in una ovazione, chi si sbracciava nel battere le mani, chi gridava il proprio consenso. Di sicuro tra quella gente c'era chi vive in 50 metri quadrati".
Forse - aggiungo io - non mancava neanche chi ha problemi per pagare l’affitto, eppure tutta quella brava gente di fronte alla disgustosa esibizione, senza freni e senza limiti di buon senso e di buon gusto, di una ricchezza ingiustistificata, non provava un fremito d'ira, un sentimento di ribellione, ma applaudiva. C'è stato in questi anni un lavaggio del cervello, che ha eliminato nelle menti ogni residuo di intelligenza sociale; poi le hanno rimpinzate di ideologia. E pertanto non c'è più consapevolezza dei propri stessi interessi.
Berlusconi, probabilmente, fra un po' andrà davvero in qualcuna delle sue case, ma eliminare il veleno che ha sparso con il suo arricchimento facile, con la sua spregiudicatezza etica, con le sue televisioni e il suo esempio, non sarà impresa da poco. Forse una catastrofe, una grande guerra per esempio, potrebbe accelerare una generale presa di coscienza, ma non mi pare cosa desiderabile. 

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