24.11.10

Tovarish (compagno). Da "Voci cancellate del dizionario sovietico"

Il primo gennaio 1992 scompariva dalla scena della storia l’Unione sovietica. Qualche giorno dopo, il 9 gennaio, “la talpa” l’inserto monografico del “manifesto” aveva come titolo Voci cancellate del dizionario sovietico. Così veniva illustrato: “Con il crollo dell’Urss, scompaiono molti vocaboli. Parole che articolavano il pensiero, l’azione, l’esistenza di centinaia di milioni di persone”. La Talpa si proponeva di offrire un primo arbitrario scampolo di quelle parole che avevano segnato il ventesimo secolo, “termini familiari ai giovani di ieri e che i giovani di oggi non sentono più”. L’inserto, strutturato come un piccolissimo dizionario, era curato da Marco D’Eramo, Rina Gagliardi, Aldo Garzia e Osvaldo Sanguigni. In questo blog riprenderò ad una ad una quelle voci, costruite benissimo a mio modo di vedere. Comincio da Tovarish (compagno). (S.L.L.)
Una volta pronunciato da tutti, questo termine sta cadendo in disuso a Mosca. Sono sempre di meno le persone che si rivolgono ad un’altra dicendo tovarish. E’ il segno minimo, linguistico, ma forse più toccante , della caduta dell’Unione sovietica. Se scompaiono Gosplan e Obkom, nessun cuore ne sarà toccato. Ma in sé la parola compagno aveva un’idea umana così profonda, di comune destino, comune sentire, compagno di lotta, di vita, d’avventura, che il disuso attuale misura tutta la distorsione che il potere sovietico ha compiuto dei suoi ideali originari fino a farla diventare un termine burocratico, rituale, che può cadere in disuso, lasciando – pare – solo pochissimi rimpianti.

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