3.12.10

Io amo questa generazione. Una poesia di Tonio Dell'Olio.

Tonino Dell'Olio è un prete pacifista. Come pacifista ha fatto belle cose con Pax Christi e continua a fare belle cose con Libera Internazionale. Come prete dice Messa. Non sempre, ma la dice. E temo che creda alle fregnacce che racconta: il pane che si fa carne umana, il vino che si fa sangue umano, il corpo e il sangue di Cristo che si mangiano e si bevono.
Io trovo queste superstizioni farneticanti e obbrobriose, ma seguo il suggerimento di papa Giovanni XXIII, che consigliava di "condannare l'errore e non l'errante". Pertanto cercherò, come meglio posso, anche ridicolizzandole, di condannare siffatte fregnacce e limitare i danni che fanno, ma nello stesso tempo avrò ammirazione, simpatia e rispetto per persone come Tonino. Tipi così dimostrano con la loro esistenza come anche nei preti si possa trovare del buono. Lui gioca al pallone, ride di cuore, ama l'umanità, vorrebbe l'uguaglianza ed ha un vero e proprio debole per la gioventù. Cerca di capirla, tenta di condividerne le ansie, con lei e per lei spera un futuro diverso e migliore. Una sua poesia è stata scelta per presentare ad Assisi il convegno giovanile di fine anno alla Cittadella. A me è sembrata bella e perciò la riproduco. Spero che lui, Ciotti e gli altri preti che saranno al convegno non tormentino troppo i ragazzi con le ciance sull'anima e sull'aldilà e che al contrario ne sostengano l'ansia di cambiare il mondo. (S.L.L.)
Io la amo questa generazione-facebook
timida e incerta. Precaria.
Con l'arsura profonda di conoscere
e incontrare e parlare in una maniera
che nessuna fantascienza aveva previsto.
Con uno schermo a uso di maschera
e un nickname a mo’ di ombrello.
Che si lascia adulare dalla pubblicità
e coccolare dagli adulti.
Perché non usa le parole che usavamo noi
e le cifre di incanto dei sessantotti
e dei settantotti e degli ottantotti...
ma salta gli aggettivi e sincopa le frasi.
E non vuole sapere nemmeno
che sono esistite altre epoche di giovani.
Questa generazione
che ci chiede come facevamo
quando non c'erano i telefonini
e non ci crede che una volta
nei cinema si fumava.
Io la amo
perché non conosce più le distanze.
La amo
perché è inedita e non se ne rende conto.
Non si lascia sorprendere più dal mondo
perché ce l'ha già negli occhi.
Ciò che non conosce
sono le profondità
che si nascondono nell'anima propria
e degli altri.
L'aria, il sole e un ago di pino.
Questa generazione rivoluzionaria
di una rivoluzione che non è la mia.
Io la amo questa generazione
perché ha ereditato nel sangue
la forza di arrendersi alle emozioni
e di comprendere ciò che è vero.
E nonostante tutto
vorrebbe lo stesso un mondo migliore di questo,
quando qualcuno glielo racconta
senza finzioni e senza interessi.

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