19.3.11

L'ordine regna a Parigi. Ulisse Barbieri racconta la "Commune" (1871)

Ulisse Barbieri (1841-1899), mantovano, è il tipico ribelle dell’Ottocento. A 17 anni,  sorpreso e arrestato mentre affiggeva al muro beffardi manifesti sovversivi, fu condannato dal tribunale asburgico e scontò interamente quattro anni di carcere duro. Fu poeta, giornalista, drammaturgo, attore, emigrante, volontario garibaldino, socialista, libertario. Morì a San Benedetto Po, in un ospizio.
Scrisse e pubblicò nel 1871 un libretto sulla Comune di Parigi e sulla repressione messa in atto dai versagliesi vittoriosi contro i Comunardi dal titolo Gli incendiari della Comune O Le stragi di Parigi ed il governo di Versailles, stampato a Milano dall’editore Felice Legros. L’intero opuscolo è reperibile nella biblioteca telematica del sito “Liber liber”, come parte del benemerito progetto Manunzio che meriterebbe tanta solidarietà concreta (http://www.liberliber.it/biblioteca/b/barbieri/gli_incendiari_della_comune/pdf/barbieri_gli_incendiari.pdf ).
Ne “posto” qui un pezzetto dal capitolo finale, anche per ricordare, 140 anni dopo, i nostri eroici compagni comunardi, operai soprattutto, contro cui si scatenò l’odio dei versagliesi, dei preti e dell’intera borghesia, producendo un’immane carneficina, forse centomila morti, e una sorta di “pulizia politica”, altri centomila tra deportati e costretti all’esilio. (S.L.L.)
L’ordine regna a Parigi
La Comune cadeva e l'ordine inalberava sulle rovine di Parigi la sua bandiera vittoriosa. I soldati di Metz e di Sedan fuggiti ed arresisi a centinaia di migliaia in faccia alle schiere prussiane avevano operati prodigi di valore, come spudoratamente annunciavano gli ordini del giorno di Thiers.
Le strade di Parigi erano così ingombre di cadaveri che si pensò con terrore cosa si dovesse farne di tutta quella carne mitragliata e sgozzata.
Si propose di arderla. I soldati non potevano occuparsi di quei morti. Si occupavano nell'uccidere ed avevano troppo da fare. Un ufficiale arrestava il primo che gli capitava fra le mani; qualcuno non aveva che da dire: È uno della Comune, ed era tosto fucilato.
Cosa sono dodici scariche contro il petto d'un uomo, per il trionfo dell'ordine?... Pel trionfo dell'ordine c'era da far altro che curarsi della vita d'un uomo!...
Quanti innocenti furono massacrati in quegli orribili giorni di guerra fratricida sarebbe cosa orribile il dirlo; la storia ha registrato dei nomi... ma a quei nomi quanti ne andrebbero aggiunti!...
I prigionieri venivano a migliaia cacciati nei vagoni, e tratti alla loro destinazione. La loro destinazione non era una cosa difficile a indovinarsi.... era la fucilazione in massa senza le noie del
processo. Coi processi si sarebbero condotte le cose troppo lentamente e pel trionfo dell'ordine bisognava spazzar via quella feccia!...
[…]
Ora tutto è finito... le fucilazioni sommarie, le deportazioni in massa, la giustizia dei consigli di guerra, hanno spazzata tutta quella roba che voleva agitarsi e turbare l'ordine che regna a Parigi, come regnava a Varsavia. Tutto è finito!... terribile parola!
Vi sono compresi 40 mila infelici che gemono sui pontoni e che andranno in isole lontane, sotto un cielo di fuoco, a trascinare una vita di stento a cui sorriderà vicina una sola speranza... la morte!...
Vi sono comprese famiglie intere desolate, miserabili; senza pane, senza fede! ... colle lagrime agli occhi, colla bestemmia nel cuore... Odi che maturano, rancori che fremono; le carceri che non hanno più posti, i castelli trasformati in galere... I navigli in pontoni... Quello che si è salvato dal piombo si inceppa... i fabbri ferrai hanno del lavoro!... essi fanno delle manette.
Sì... lo ha detto il signor Thiers... tutto è finito. Degli uomini della Comune non se ne parla già più... sono atomi scomparsi da quel grande tutto che ora come morto stagno vive una vita ebete ma nel cui fondo si agitano passioni e idee che verranno a galla in quel gran giorno in cui tutti i popoli si daranno la mano per avviarsi uniti in un solo pensiero, ad una sola meta.
La Comune fu un lampo!... ma il lampo si succede e lascia nell'aria quell'elettricità in cui si forma la
folgore!... Quel lampo è balenato, e la folgore non farà attendere troppo a lungo il formidabile suo scroscio.
ULISSE BARBIERI

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