17.7.11

Parla Ignazio Buttitta (da un’intervista a S. Palumbo, “Poesia” n.39 Aprile 91)


Recitare in piazza per le folle
Se non c’è folla io non posso aprire bocca. La mia poesia è immediata, va detta, gridata, non si può leggere da soli in silenzio al lume di candela. Io sono come il vecchio cantastorie che deve cantare e raccontare storie. Tenevo i miei recital di poesia in tutto il mondo con Ciccio Busacca, scomparso da poco. Busacca era un grande cantastorie che affascinava la gente raccontando le avventure di Orlando e Rinaldo, le gesta dei paladini contro i saraceni.

Andrea Zanzotto
Zanzotto lo conosco da otto anni. E’ vergognoso dirlo, ma in Italia lo conoscono in pochi: gli studiosi, i poeti, gli appassionati di letteratura. Abbiamo fatto insieme diversi recital. Io parlavo e lui prendeva pillole. Di Andrea mi ha colpito una cosa: appare distratto, come se parlasse col vento, col cielo, con l’aria, ma in realtà è sempre presente, sempre molto attento.

I dialetti
Tutti i dialetti sono in crisi, rischiano di sparire, ma credo che riprenderanno quota. Così è stato in Unione Sovietica al tempo di Stalin. Stalin ha abolito il russo in tutte le province. I giornali si pubblicavano nelle varie lingue locali. Questo è stato un merito di Stalin.

Stalin
Lo amavo, lo credevo uno statista umano e giusto. Avevo una grande fotografia di lui sulla Piazza Rossa con un bambino in braccio e i carri armati che sfilavano alle sue spalle. Quando ho saputo e capito chi veramente era, ho cominciato ad odiarlo, proprio perché prima lo avevo tanto amato. E come sono stato ingannato io, lo sono stati per vent’anni tanti altri comunisti. Lo stalinismo è stato peggiore del fascismo.

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