1.2.12

Stalin e Zivago. Una lettera di Boris Pasternak (1941)

Il primo volume dell’epistolario di Boris Pasternak, l’autore del Dottor Zivago, fu pubblicato in Italia nel 1987, col titolo Le barriere dell’anima, dall’editore Garzanti nel 1987. Raccoglie la corrispondenza dello scrittore con la cugina Olga Frejdenberg, filologa classica di grande valore. Dall’anteprima pubblicata da “L’Espresso” il 29 novembre 1987 trascrivo una lettera del 1941, che precede l’aggressione nazista all’Urss. Vi si legge di Stalin, non nominato ma chiaramente indicato, e delle scelte letterarie del suo regime. (S.L.L.)
Boris Pasternak

Mosca, 4 febbraio 1941
Cara Olja!
Non riesco a immaginarmi come possiate tirare avanti, tanto tutto è diventato difficile. Scrivimi sinceramente, come mi sono meritato, se non hai bisogno di denaro.
Tu dici che sono in gamba, e invece proprio ora sto cedendo alla disperazione. Come sai l'atmosfera si è fatta di nuovo pesante. Il nostro Benefattore ritiene che fino ad ora siamo stati troppo sentimentali e che è tempo di ricredersi. Pietro il Grande ormai non è più un riferimento adatto. La nuova infatuazione apertamente dichiarata è per Ivan il Terribile, la spietatezza. Su questi temi si stanno scrivendo nuove opere, drammi e sceneggiature cinematografiche. E non per scherzo. Negli ultimi tempi non faccio che passare da un insuccesso all'altro, e se non fosse per i resti di un certo rispetto del quale ancora oggi godo nella parte non ufficiale della società, quella ufficiale mi farebbe morire di fame.
Hai detto all'Achmalova che sarei occupato a scrivere in prosa. Fosse vero! A stento sono riuscito a ottenere di poter dedicare il mio lavoro non originale, l'unico che mi sia ancora consentito, a qualcosa che ne valga la pena come Romeo e Giulietta, altrimenti mi avevano proposto di tradurre degli autori teatrali di secondo piano delle repubbliche nazionali. Comunque da vivere, anche nel migliore dei casi, non mi rimane molto. Ho dentro di me qualcosa, qualche cosa so e so fare qualche cosa, ma tutte queste potenzialità rimangono inutilizzate. Scusami se a tratti in questa lettera forse ti rattristo, non lo farò più.
tuo Borja

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