10.3.14

Un epistolario in versi. La distruzione del vincolo sociale (S.L.L.)

E’ uscito sul finire del 2013 per Lieto Colle un libretto di poesia che merita una segnalazione speciale, un Piccolo epistolario in versi. Ne sono autori Walter Cremonte e Paolo Ottaviani, perugini d’elezione se non di nascita, e affronta, con la semplicità che solo i poeti talora felicemente affiancano all’intensità e alla profondità, temi gravi, di grande rilevanza.
L’epistolario si compone di brevi lettere in versi che – a quanto pare – gli autori si sono effettivamente scambiati dal 15 luglio al 1° ottobre del 2012 ed ha come principale riferimento, come vero e proprio interlocutore, Giacomo Leopardi, corroborato dalla lettura che ne fecero Aldo Capitini e Walter Binni.
Comincia con una domanda radicale. Dall’Amiata ove nella natura si avverte più che altrove il “mutuo soccorso” che permette una difficile sopravvivenza Cremonte chiede se non sia perduto, perduto per sempre il patto “che rese l’umano / più forte”. Il tema è posto: la distruzione del vincolo sociale nel tardo capitalismo. Paolo risponde da Perugia: “la natura è più saggia”; e, poi, dal monte Vettore ove compare una croce piegata dalle nevi.
Tralasciamo di seguire tutto il dialogo giacché è caro, al lettore di poesia, sorprendersi per una deviazione del linguaggio o del ragionamento, per una inattesa solennità, per un levarsi o inchinarsi del tono; e nello “scriversi poetando” sia di Cremonte che Ottaviani non mancano scarti di questa natura, benché al primo sia prevalentemente affidata  la provvisoria sintesi, e al secondo l’ulteriore dubbio.  Lo scambio si chiude con un Elogio del dubbio (titolo non casualmente brechtiano), con cui Cremonte sembra accettare la raccomandazione di Ottaviani, di evitare il generale, l’astratto, attenendosi al particolare, al “baratto di panìco” e all’“amore distratto” del merlo.
La qualità del discorso poetico resta sempre assai alta, pur nelle differenze legate alla fisionomia dei due compagni di lettere: Ottaviani è qui – ovviamente – meno sperimentalista del solito, ma non rinuncia al suo plurilinguismo (e non mi riferisco – ovviamente – solo agli inserti in inglese);  Cremonte non rinuncia alla sua “arte del levare”, pur dovendo lasciar intatte le tessiture di lingua indispensabili alla colloquialità. Per Ottaviani la “vetta” mi pare essere la profezia de I falò dell’aldiquà, per Cremonte Notizia, che riprendo integralmente, perché molto appropriata al contesto giornalistico:

Ed ecco la notizia
udita oggi alla televisione:
essendo aumentato a dismisura
il numero dei costretti a cercare
dentro i bidoni della spazzatura
qualcosa da mangiare
il vicino supermercato ha badato
a sigillare l’apertura dei bidoni
così da impedire il libero dispiego
della libera concorrenza alimentare.
Caro Paolo, questa la notizia 
questa la pena.

"micropolis" - febbraio 2014 

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