Non so più dove mettere i libri, ma per questi che mi ha graziosamente spediti Ornella Ciurnelli, L’arcontastorie, del 2008, e La città del vento, fresco di stampa, troverò una collocazione di pregio. Intanto, li tengo sul comodino.
Sono libri di poesia in perugino, ove l’idioma di Perugia (lingua o dialetto che sia) con una sua particolare inflessione campagnola diviene mezzo a far sentire, nella stessa asprezza dei suoni, la dura bellezza del vivere. Per me, perugino d’elezione ma non linguisticamente (da buon comunista “vengo da lontano”), benché aiutato dalla puntuale traduzione in italiano, è una fatica; ampiamente ricompensata dal piacere di scoprire parole e suoni nuovi, di cui intuisco risonanze e avverto somiglianze, anche con la mia lingua nativa, della Sicilia interna.
La poesia di Ombretta Ciurnelli, una collega in quiescenza della P.I. che conosco solo di vista ma di cui ho ascoltato una presentazione dotta e problematica dei Respingimenti di Walter Cremonte, mi pare bella, a volte più che bella. Ho apprezzato soprattutto i testi della Città del vento, dedicati a Perugia, che mi piace chiamare “idilli”. Ne scriverò più distesamente su “micropolis”.
Qui voglio solo offrire ai frequentatori del blog un assaggio, una poesia dedicata a un’alba perugina fortemente interiorizzata. Una curiosità metrica: i versi brevi mascherano endecasillabi perfetti, di cui sono emistichi. Il primo degli endecasillabi ha peraltro una particolarità in più, sottolineata dalla impaginazione: una doppia cesura, la prima logico-sentimentale, la seconda metrica. E’ – insieme – un endecasillabo a maiore e a minore. (S.L.L.)
Qui voglio solo offrire ai frequentatori del blog un assaggio, una poesia dedicata a un’alba perugina fortemente interiorizzata. Una curiosità metrica: i versi brevi mascherano endecasillabi perfetti, di cui sono emistichi. Il primo degli endecasillabi ha peraltro una particolarità in più, sottolineata dalla impaginazione: una doppia cesura, la prima logico-sentimentale, la seconda metrica. E’ – insieme – un endecasillabo a maiore e a minore. (S.L.L.)
Abonora
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(quan sol che no scopino
camina nsù e ngiù
p'arcutinalla
e ntol grigio
dle pietre de la piazza
bianca se sveja
la Fontana Granne)
daver davero
sta città del vento
deventa tutt'a 'n botto
sol che mia
Al mattino presto
Ai mattino presto
(quando solo uno spazzino
cammina su e giù
per farla bella
e nel grigio
delle pietre della piazza
bianca si sveglia
la Fontana Grande)
davvero
questa città del vento
diventa all'improvviso
solo mia
La città del vento, Poesie in lingua perugina, Edizioni Cofine, 2013
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