È una scoperta leggere i brani che Alberto Savinio ha dedicato in tanti anni al Mezzogiorno d’Italia. In un articolo che si intitola La luce viene dal Sud, del 1951, si può leggere il brano che segue, ove il Sud diventa una metafora, di adesione al mondo, di partecipazione alle cose e alla vita degli uomini, un luogo dove potrebbe ancora esistere il sentimento. (S.L.L.)
Formiamo alcuni equivalenti: mondo antico, mondo meridionale, mondo chiuso, mondo conchiuso. E, dall'altro lato: mondo moderno, mondo settentrionale, mondo aperto, mondo sconfinato.
Il mondo moderno, o settentrionale, o aperto, o sconfinato, è forse in fallimento? In un certo senso sì. Causa prima: orrore dell'aperto, dello sconfinato. E si capisce. Mia moglie ha orrore non solo di una porta aperta, ma di un armadio aperto. E se si trattasse delle porte del mondo, dell'universo?...
Ritornare al mondo antico, o euclideo, o meridionale, significa tornare a un mondo le cui porte tutt'intorno sono chiuse. Significa non vivere più nell'ossessione dello sconfinato. Il mondo moderno ha molte qualità, ma anche un grandissimo difetto: manca di anse, di manichi, e si è scelto come forma poetica l'illimitato. (...)
A salvarsi dallo 'sconfinato' del settentrionalismo e a rientrare nel conchiuso del meridionalismo, gli Italiani non faranno fatica. Sempre gli Italiani hanno preferito il pane di grano alla chimica, specie alla chimica mentale. È la loro saggezza. E a questa saggezza, ora anche gli altri popoli si voltano. Sarà bello, fra poco, vedere i disprezzati Südmänner esaltati come maestri di vita.
In Opere scelte a cura di Leonardo Sciascia e Franco De Maria, Bompiani, 1989
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