31.5.13

Nichilismo (S.L.L.)

Mina

Aveva gli occhi giocherelloni, ma non era cinese. Doveva essere del Centro America, honduregna forse, e amava i gatti.

Ma non era questo il suo merito maggiore: rotondetta e curvilinea, aveva un sorriso che mandava in estasi, come la sua voce cantatrice e le sue labbra tumide.
Lui se ne innamorò alla follia. La riempiva di baci a ogni ora del giorno. La colmava di doni: monili, cinture, anelli ed altre preziosità. La vestiva di sete e broccati. In privato la abbracciava con passione senza uguali.
Lei, ammiratrice di Mina, usava ringraziarlo dei suoi atti d’amore cantandogli frammenti di una nota canzonetta della tigre di Cremona: “E in un attimo tu, sei glande glande glande, le mie pene non me le ricordo più”; “Sei glande, glande, glande, così glande ci sei solamente tu”; eccetera.
Lui si gonfiava d’orgoglio.
Ma una volta al “glande, glande, glande” da lei cantato gli accadde di compiere una riflessione: “Ha gli occhi a mandorla, giocosi, ma non è cinese. Perché canta in quel modo?”.
Glielo chiese.
Lei lo guardò con meraviglia, affetto e compassione, come farebbe “madre con figlio deliro”. E poi gli rispose: “Perché sei una grandissima testa di cazzo”. Lui rimase annichilito.

P.S. Quella che precede è, ovviamente, una stupidaggine improponibile, per non dire altro.

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