31.5.16

Scienza in tv. Il paese delle esternazioni (Edoardo Boncinelli)

Edoardo Boncinelli
Di recente ne abbiamo sentite di tutti i colori su temi vitali come quelli della salute e, più in generale, della scienza; dalle staminali ai vaccini, dagli antibiotici alle cure ormonali. E spesso a parlarne erano persone che non avevano alcun titolo per farlo. A volte poi si scusano, e nemmeno sempre, ma il danno può essere già stato fatto e risultare gravissimo.
Questo è il Paese delle «esternazioni». Uno si alza e dice la sua, a voce o per iscritto, sui mezzi di comunicazione più vari e sugli argomenti più vari. Nel suo privato ciascuno è padrone di farlo, ovviamente, ma nel pubblico non è così pacifico; tutto dipende dalla risonanza che si darà alle sue affermazioni. E se il mezzo attraverso il quale si esprime è molto seguito, la diffusione del messaggio sarà pressoché universale. Poiché oggi le maniere con le quali si può fare arrivare un messaggio a molta gente sono tante e diversificate, occorrerebbe un po’ di prudenza o, meglio, di controllo. È il caso di dire, come don Abbondio: «Ne va della vita!».
Sulla scienza, che in Italia significa quasi sempre medicina, non si dovrebbe scherzare e neppure, per dire la verità, essere troppo approssimativi. Perché la medicina è importantissima per le persone di oggi, e la scienza per quelle di oggi e di domani. Mi capita spessissimo di sentire cose inesatte su diversi argomenti scientifici, ma ciò fa parte in genere di quel fastidioso «rumore di fondo» che disturba la comunicazione interpersonale nei periodi in cui la comunicazione è molto intensa e affollata. In genere si tratta di peccati veniali.
Può capitare però che messaggi gravemente sbagliati raggiungano orecchie disinformate e indifese, e si generi un serio danno sociale, come nel caso delle mancate vaccinazioni dei bambini sulla base di un ipotetico pericolo di conseguenze secondarie, come l’insorgenza di un disturbo autistico. L’autismo, che può essere più o meno grave, è certamente un serio problema, ma non esiste alcuna evidenza che possa essere generato da procedimenti di immunizzazione come le vaccinazioni. Anzi, appare sempre più evidente che la malattia abbia cause genetiche, anche se molto complesse, e non c’è quindi nessuna ragione di credere che possa insorgere come conseguenza di una vaccinazione. E questo da decenni e decenni ormai, in tutte le parti del mondo.
Ovviamente ciò è stato detto e ridetto da diversi esperti in diverse sedi, ma se il parere di un esperto viene messo sullo stesso piano di quello di una persona qualsiasi, magari popolare perché opera nel campo dello spettacolo, si ha un doppio danno: si diffondono informazioni errate e si sminuisce senza motivo il prestigio e la credibilità della scienza. Il nostro, purtroppo, è un Paese che dà poca importanza alla scienza e che tende a «snobbare» il parere degli scienziati, rei per qualcuno di essere dei «pasticcioni» e al servizio, o magari al soldo, di fantomatiche multinazionali della realtà delle quali chi parla non conosce assolutamente niente.
Ho detto tante volte che non c’è peggior credulone di chi pensa sempre di saperla lunga e diffida di tutto. Chi diffida di tutto non viene ingannato di meno degli altri, ma spesso di più, molto di più. Diffidare è utile ovviamente, ma a due condizioni: o sei sicurissimo della tua fonte di informazione o sai per certo che chi ti dice certe cose non ha i titoli per farlo. E questo avviene molto di rado, perché l’italiano medio ha poca istruzione e non si aggiorna, soprattutto in campi complessi e in continua evoluzione. Molte fonti internazionali ci avvertono che siamo un popolo di impreparati, ma noi pensiamo sempre di sapere tutto. Ovviamente per superficialità e ignoranza. Il problema è molto più serio di quanto si potrebbe credere, per il moltiplicarsi di casi di disinformazione, e per la relativa indifferenza con la quale vengono accolte vicende del genere. Occorre fare un discorso serio e responsabile sulla scienza e sulla modernità.
Molte affermazioni scientifiche non possono e non devono essere discusse, soprattutto da chi non ne ha i titoli. Ci sono tante cose da discutere, per le quali è giusto e proficuo che ognuno abbia la sua opinione, ma ci sono dati di fatto indiscutibili. Mettere questi e quelli sullo stesso piano, produce un doppio danno: porta all’uniformarsi su posizioni che andrebbero discusse e, nello stesso tempo, mettere in discussione senza motivo conoscenze definitivamente acquisite su una base internazionale. Il sospetto è la forma malata del dubbio: il dubbio dà sapore alla vita, il sospetto l’avvelena.


Micromega on line, 17 maggio 2016

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