Alcuni lustri fa - era il
tempo in cui il presidente della Camera, il diessino Violante,
esprimeva comprensione per i ragazzi di Salò - su questo mensile,
apparve una denuncia. Nell'area di servizio di un distributore di
carburanti, dalle parti di Città di Castello, tra altri banchi pieni
di mercanzie, ce n'era uno così zeppo di busti di Mussolini, di
calendari del duce, di gagliardetti della X Mas, di bandierine
teschiate con la scritta “me ne frego” che, forse, neanche al
“sacrario” di Predappio si trovava un negozio di souvenir
fascisti altrettanto ben fornito. “Micropolis” sollecitava un
intervento contro quello sconcio, ma non trovò ascolto: seppure
ridotto nelle dimensioni, ricordo quel commercio attivo qualche anno
più tardi e non escludo che lo sia tuttora. Alla notizia diede
scarso peso anche Walter Verini, dirigente Ds nel tifernate e stretto
collaboratore di Veltroni. Oggi lo ritroviamo parlamentare del
Partito democratico (non più di sinistra), relatore della legge
Fiano che introduce come fattispecie di reato la “propaganda del
regime fascista e nazifascista”, nell'intento di sanzionare
penalmente taluni comportamenti che non rientrano nelle leggi già in
vigore sull'apologia di fascismo (la “Scelba” del '50 e la
“Mancino” del '93). Una accelerazione all'iter della legge è
venuta dalla scoperta giornalistica di uno stabilimento balneare
dalle parti di Chioggia, fascistizzato con cartelli, decori e
immagini assai espliciti. Funzionava da anni, nella pressoché totale
distrazione delle forze politiche, ora si corre ai ripari revocando
la concessione e chiudendo quei “bagni”.
Nel rinfocolarsi della
polemica il deputato Corsaro (Fratelli d'Italia) ha volgarmente
insultato per il suo aspetto fisico il piddino Fiano, primo
firmatario della legge, ebreo: “Porta le sopracciglia così per
coprire i segni della circoncisione”. Alle fondate accuse di
razzismo l'uomo ha replicato minimizzando: “Ho inteso dargli del
"testa di c..."; sui social qualcuno lo ha difeso
ricordando che “ha sempre avuto la stella nel cuore”. In verità
nei neofascisti (o postfascisti che siano) l'ibrido connubio tra
antisemitismo e oltranzismo filoisraeliano è fenomeno frequente,
degno di attenzione. I Cinque Stelle dicono: “La legge rischia di
criminalizzare le semplici opinioni. Bastano le leggi Scelba e
Mancino attualmente in vigore”. Una vignetta di Vauro sul “Fatto”
riporta una battuta di Grillo del 2014: “L'antifascismo non è di
mia competenza”, a ricordare che il “non antifascismo” dei
grillisti non è episodico, ma organico, anch'esso da capire e
studiare.
Dubbi motivati, tuttavia,
arrivano anche da sinistra. Fabio Chiusi, giornalista noto per le
battaglie anticensura, ha affidato un messaggio a “l'Espresso”:
Caro Fiano, il fascismo non si
combatte così. Il
pezzo trova pericoloso definire “propaganda” ogni richiamo alla
“simbologia” e alla “gestualità” prescindendo dai contesti
(“ Un video su YouTube con i discorsi di Joseph Goebbels - il vero
padre della propaganda contemporanea, che andrebbe studiato nel
dettaglio, non consegnato all’oblio - è materia da codice
penale?”) e discutibile l'aumento di un terzo delle pene se per la
“propaganda” via Internet: “è singolare pensare che una
trasmissione televisiva più o meno velatamente razzista, o un titolo
di giornale, siano minori veicoli di propaganda”. Convincente
appare soprattutto la critica all'illusione delle leggi bandiera :
“Dalla pancia del Paese affiorano pulsioni di estrema destra e il
Pd pensa di affrontarle con divieti, bollini e punizioni per il Web.
Bisogna invece combattere ogni giorno l'egemonia culturale
reazionaria, sempre più diffusa. Non è facile, certo, ma è l'unico
modo”. Aggiunge: “L’intolleranza si batte con l’intransigenza
e l’orgoglio di appartenere a un mondo in cui si ha memoria di che
cosa accade un saluto romano dopo l’altro. Coltivare la passione
del passato e della verità storica, incentivarla in ogni forma:
questo sì si sottrae a ogni tentazione antidemocratica. E, infatti,
sembra proprio l’ingrediente mancante al dibattito in corso”.
Sono parole che sottoscriviamo e raccomandiamo ai Verini e alle Marini che lanciano allarmi sulla elezione a Todi di un consigliere comunale di Casa Pound, dopo avere per anni e anni ignorato la lenta penetrazione di questo movimento nella regione, le sue manifestazioni e i suoi convegni. Peraltro dalle parti del Pd non abbiamo visto negli ultimi decenni reazioni significative alle insidiose campagne revisionistiche svoltesi nella nostra regione, prima fra tutte l'emblematica criminalizzazione della Resistenza nel ternano. Con la progressiva presa di distanze da una guerra di liberazione troppo “comunista”, con la valorizzazione del fascismo “buono” (in Umbria la santificazione di Luisa Spagnoli o di Arnaldo Fortini), con la spregiudicata utilizzazione nella lotta politica di suggestioni di destra (l'uomo solo al comando, l'antipatia per gli intellettuali, la delegittimazione dei sindacati) il Pd ha contribuito a indebolire gli argini che ora tenta di ricostruire con la legislazione penale. Quanto a noi non riteniamo affatto inutile un aggiornamento ben congegnato delle leggi antifasciste, ma, senza una battaglia politico-culturale a tutto campo, servirebbe a poco e, alimentando il vittimismo, risulterebbe persino controproducente.
Sono parole che sottoscriviamo e raccomandiamo ai Verini e alle Marini che lanciano allarmi sulla elezione a Todi di un consigliere comunale di Casa Pound, dopo avere per anni e anni ignorato la lenta penetrazione di questo movimento nella regione, le sue manifestazioni e i suoi convegni. Peraltro dalle parti del Pd non abbiamo visto negli ultimi decenni reazioni significative alle insidiose campagne revisionistiche svoltesi nella nostra regione, prima fra tutte l'emblematica criminalizzazione della Resistenza nel ternano. Con la progressiva presa di distanze da una guerra di liberazione troppo “comunista”, con la valorizzazione del fascismo “buono” (in Umbria la santificazione di Luisa Spagnoli o di Arnaldo Fortini), con la spregiudicata utilizzazione nella lotta politica di suggestioni di destra (l'uomo solo al comando, l'antipatia per gli intellettuali, la delegittimazione dei sindacati) il Pd ha contribuito a indebolire gli argini che ora tenta di ricostruire con la legislazione penale. Quanto a noi non riteniamo affatto inutile un aggiornamento ben congegnato delle leggi antifasciste, ma, senza una battaglia politico-culturale a tutto campo, servirebbe a poco e, alimentando il vittimismo, risulterebbe persino controproducente.
"micropolis", 27 luglio 2017 - Nella rubrica "La battaglia delle idee"
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