27.2.13

La presa della Bastiglia (di Osvaldo Soriano)

Il brano è tratto da una più ampia rievocazione pubblicata sul “manifesto” del 14 luglio 1989, in occasione del secondo centenario dell’evento rivoluzionario. (S.L.L.)
La presa della Bastiglia in una stampa ottocentesca
La prigione era vuota, o quasi, e non oppose alcuna resistenza. Quando il carrettiere Tournay ed il bottegaio Pannetier - i primi a entrare da un ponte levatoio -, arrivarono alle celle, rimanevano solo sette prigionieri: quattro falsari di documenti, due pazzi e un libertino che si diceva discepolo di Sade. Tutti furono portati in trionfo e acclamati, e anche se i falsari alla prima occasione fuggirono, i pazzi e il libertino improvvisarono discorsi infiammati contro la tirannia e il dispotismo.
Il governatore del penitenziario, Monsieur de Launay, fu la prima vittima ufficiale della Rivoluzione; giustiziato senza troppe formalità, il suo cadavere fu trascinato fino a un ruscello che correva lungo il Faubourg Saint Antoine. Un sottufficiale che guidava i 954 ribelli scelse un giovane cuoco - «che conosceva il mestiere di macellaio» - perché separasse la testa dal corpo e la portasse per la città piantata su un palo. Intanto i vicini del quartiere di Marais cominciavano a demolire la Bastiglia.

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