26.6.10

L'imam terrorista e il senatore mafioso.(S:L.L.)

L'articolo è apparso su micropolis on line (http://www.micropolis-segnocritico.it/mensile/?p=1648)

Su “7News Perugia”, uno di quei quotidiani gratuiti diffusi sulle scale mobili, sui treni e sul minimetrò, di oggi, 24 giugno, si può leggere in prima pagina il seguente titolo, corredato da foto: L’imam terrorista punta adesso sul nuovo processo. Già lì si spiega che si tratta di El Korchi, l’imam di Ponte Felcino, il resto è a pagina 8. L’avevano arrestato nel luglio 2007, trovando nella sua abitazione materiali scaricati da siti riferibili all’estremismo islamico e alcune bottigliette di potassio nitrato e di ammonio nitrato, comperate in un negozio di prodotti per l’agricoltura, ma, a quanto pare, utilizzabili per la costruzione di rudimentali ordigni.
Secondo l’accusa l’imam, insieme a due complici, avrebbe usato la moschea per l’addestramento sia spirituale che tecnico di militanti della Jihad intenzionati a combattere in Iraq o in Afghanistan. In primo grado El Korchi, che si è sempre proclamato innocente, è stato condannato a 6 anni non “per terrorismo”, ma per essersi associato con altri “al fine di addestrare persone disposte a compiere atti di terrorismo”. Domani comincia l’appello.
Fin qui la sintesi della notizia divulgata dal giornalino diretto da Silvano Marini, dalla cui lettura a me è nato più di un dubbio sulla colpevolezza del giovane. Ma non ho seguito il processo; e non escludo che il Pm che ha chiesto e il giudice che ha emesso la condanna abbiano in mano qualcosa di più che alcune bottigliette e alcune paginette ricavate da Internet.
Non voglio comunque fare il difensore d’ufficio: non sono avvocato e, a quanto pare, l’imam può pagarsi un difensore di fiducia. Una cosa in ogni caso mi lascia sconcertato: quel titolo che mette in non cale qualunque presunzione d’innocenza, reso possibile dal razzismo e dal classismo dilaganti. I poveri e gl’immigrati sono spesso considerati colpevoli anche senza processo: figurarsi quando uno è povero, immigrato ed è stato condannato in prima battuta. Un’altra cosa ancora di più m’indigna: il fatto che questa sia una vigliaccata doppiopesista. Nessun Silvano Marini, di nessun giornaletto a proposito di Marcello Dell’Utri, già condannato in prima istanza per concorso esterno in associazione mafiosa, titolerebbe così: Il senatore mafioso spera nell’appello.

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