21.10.10

Walter Cremonte racconta Sandro Penna. 1. Il luogo esatto


Tra due anni, precisamente il 12 giugno 2006, sarà il centenario della nascita di Sandro Penna. Cosa farà Perugia per ricordare il suo più grande poeta? Avrei un’idea semplicissima: si potrebbe, per quel giorno, organizzare una passeggiata nel centro storico, tra i luoghi dell’infanzia e della prima giovinezza del poeta. A fare da guida dovrebbe essere il massimo biografo penniano, Elio Pecora, che ripercorrerebbe per noi le prime pagine del suo Sandro Penna: una cheta follia (Frassinelli, 1984) alla ricerca del nodo che lega la biografia scontenta di questo ragazzo e l’insorgenza - dolorosa, eppure entusiasmante - della sua vocazione alla poesia. L’itinerario inizierebbe dal n.7 di
via Mattioli, a Porta Sole, dove il poeta nacque, toccato dalla grazia; si concluderebbe in via Vermiglioli, al n. 5, dove trascorse la sua ardente adolescenza, passando per le altre case dove la famiglia Penna, nel corso di cinque anni, si trasferì: via del Circo, via Bonazzi, il n. 2 di corso Vannucci, via Bottinelli, via Vincioli. Si passerebbe davanti al luogo dove era il negozio del padre, in via Mazzini 12, dove Sandro ragazzo leggeva Rimbaud, nelle pause dei suoi tentativi di vendere qualche mercanzia; e a San Francesco al Prato, dov’era l’Istituto Tecnico Commerciale che frequentava.
Sarebbe una lunga e bella passeggiata, durante la quale poter osservare, ascoltare, conversare, ricordare... Poi, con l’aiuto magari di un mezzo dell’Apm, ci si sposterebbe in via Sandro Penna, dove dare corso a una lettura delle sue poesie. Avete presente cos’è via Sandro Penna? Uno stradone della periferia industriale, lungo e diritto tra capannoni, magazzini, rimesse. Non c’è neanche una casa, nessuno che possa dire: “Abito in via Sandro Penna”.
In fondo allo stradone, un prato rinsecchito che non sai se chiamare campagna. Quello sarebbe il luogo esatto per leggere le poesie del nostro poeta, senza rischi di commovimenti sentimental-folclorici. Anche quella poesia, stupenda, che dice: “Io vivere vorrei addormentato / entro il
dolce rumore della vita”, che, nel caos delle nostre esistenze, ci riporta due immagini alla mente, ugualmente belle: quella del vecchio poeta che pieno di sedativi sonnecchia nel sole, col suo cappotto sempre più sporco sopra il pigiama, al tavolino del bar romano sottocasa; e quella di un bambino che dorme beato nella sua carrozzina in mezzo al traffico delle nostre città. Due immagini, evocate dai versi bellissimi di Penna, che possono entrambe salvarci. Anche in via Sandro Penna, Sant’Andrea delle Fratte, zona industriale di Perugia.

Da "micropolis" maggio 2004. Ora in A margine. Scritti per micropolis Giada, 2004

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