29.3.18

L’ambizione che affondò i Krupp (Danilo Taino)

Gustav Krupp con Hitler

Molte fortune e tanti imperi iniziano con le disgrazie, continuano nella vergogna, finiscono in opere di bene. La storia dei Krupp, industriali d’acciaio della Germania, è di questo genere: nascita, vita e declino s’intrecciano alle vicende del Paese. Anzi, a quelle dello Stato tedesco, prima ammaliato dall’espansione, poi domato e benevolo. Arndt Krupp, o Krupe, un olandese, nel 1587 si installò a Essen, non lontano dal Reno. Fu l’inizio della dinastia che lì rimarrà per sempre e contribuirà a fare della città il centro produttivo principale della Ruhr. Arndt era un commerciante con l’occhio lungo: comprò a basso prezzo le case degli abitanti che fuggivano la peste del periodo.
La famiglia diventò presto la più ricca di Essen, acquistò posti di preminenza nella municipalità e, con gli anni, espanse le attività a miniere e fonderie. Entrò nel business delle armi: occasione, la guerra dei Trent’anni iniziata nel 1618. Non proprio un impero, fino a quel momento, però. Il salto verso la grande dimensione e l’ambizione iniziò nel 1811, quando Friedrich Krupp aprì una prima produzione per l’acciaio: le guerre napoleoniche impedivano di importarlo dall’Inghilterra e questa era un’occasione d’affari. Qui avviene qualcosa di curioso e istruttivo: per 25 anni, l’azienda perde denaro. Cos’è che muove il fondatore della dinastia, ma poi anche le generazioni successive, se non il profitto? Un’idea, probabilmente, un’ossessione, un sogno di potenza: prima o poi l’acciaio sarebbe diventato il cuore dello sviluppo tedesco. La certezza fu concretizzata dal figlio di Friedrich, Alfred, che vide la crescita del business intrecciata alla creazione dell’impero germanico. Viviamo «nell’età dell’acciaio», disse al neoimperatore Guglielmo I: Bismarck era d’accordo. Iniziava così la relazione speciale, intensa, senza remore dei Krupp con lo Stato tedesco. Che sarà portata avanti in modo ancora più totale dal figlio di Alfred, Friedrich Alfred, con il kaiser Guglielmo II.
L’industria cresce, all’inizio del Novecento le aziende Krupp sono il primo gruppo della Germania. Da Villa Hügel, sempre a Essen, la famiglia guida gli affari, stabilisce relazioni con la corona, con i banchieri, con i militari. Nel 1902, alla morte del padre Friedrich Alfred, Bertha diventa proprietaria di tutte le azioni della società: una donna non può però guidare un impero dell’acciaio e le redini passano al marito scelto personalmente dal Kaiser, Gustav von Bohlen und Halbach, al cui cognome sarà aggiunto Krupp. In compenso, alla moglie il popolo dedicherà il cannone più famoso e potente della Grande guerra, il Dicke Bertha, «Grassa Bertha». Inizia la produzione bellica su larga scala. Che raggiungerà i livelli più alti durante la Seconda guerra mondiale, con l’apprezzamento di Hitler e la manodopera di schiavi in campi di prigionia. A Norimberga, Alfried, figlio di Gustav, fu condannato come criminale di guerra. Passò cinque anni in carcere, uscì, rientrò in possesso dei diritti di proprietà del gruppo che nel frattempo aveva abbandonato la produzione di armi. Alla fine degli anni Sessanta, tutte le quote azionarie di famiglia furono messe in una fondazione che da un lato controlla il business (oggi ThyssenKrupp) e dall’altra sostiene iniziative sociali.
Sogni di gloria e di dominio finiti, assieme a quelli della Germania. L’ultimo dei Krupp, Arndt, figlio di Alfried, è morto nel 1986, un anno prima di poter celebrare i quattrocento anni dalla fondazione della dinastia. [...]

La lettura, Cprriere della Sera, 29 ottobre 2017

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