1.5.13

Primo Maggio. Da Portella della Ginestra a Pietralunga (Libera Umbria)

Mario Paolini, di Libera Umbria,
a Portella della Ginestra

Il Primo Maggio 1947 a Portella della Ginestra, in provincia di Palermo, a migliaia i contadini e i braccianti di tutti i paesi della zona convennero con le loro famiglie per celebrare in letizia la giornata di festa e di lotta dei lavoratori, per molti anni soppressa e vietata dal regime fascista. All'ansia di partecipazione e di riscatto di quelle donne e di quegli uomini che aspiravano a liberare sé stessi e quelle terre dalla sopraffazione feudale e mafiosa caratteristica del latifondo si rispose con il terrore: le raffiche di mitra sparate al riparo delle colline sulla folla indifesa lasciarono sul terreno undici morti, inclusi due bambini, e decine di feriti. I nomi dei mandanti della strage sono rimasti ignoti per la catena dell'omertà, dei depistaggi, dei delitti che si aggiungevano a delitti, ma non è oscuro il significato di quell'atto orrendo: si voleva fermare il procedere delle forze del lavoro verso la libertà e la giustizia per ricacciarle nella passività e nella paura con lo scopo di mantenere un infame regime di oppressione. Alla lotta e al sacrificio di quelle donne, di quegli uomini e di quelle famiglie vuole riallacciarsi Libera Umbra nell'organizzare a Pietralunga, nel bene confiscato alla "ndrangheta" reggina e finalmente restituito alla comunità attraverso il suo sindaco, la Festa del Lavoro di questo Primo Maggio 2013. Si tratta di un appezzamento di quasi cento ettari tra bosco e terreno coltivabile, con costruzioni ampie, seppure oramai diroccate, che, dopo un iter lungo e travagliato, è finalmente disponibile per un progetto di sviluppo in grado di dare lavoro e libertà a non poche persone, specialmente giovani.
La vicenda ha una forte connotazione simbolica. E' oramai accertata da molte inchieste la presenza nella nostra regione di grandi organizzazioni criminali che, attraverso gli ingenti capitali acquisiti nei traffici illegali, acquisiscono immobili e attività economiche. Il fatto che questa infiltrazione non si sviluppi nel clamore degli spari, ma nel silenzio delle transazioni commerciali, non la rende meno inquietante. Pietralunga è luogo sacro della Resistenza giacché in quelle colline operò contro i nazi-fascisti una valorosa formazione partigiana, la Brigata Proletaria d'Urto San Faustino, con il sostegno dell'intera popolazione, a partire dalla parrocchia; ma può e deve diventare il simbolo di una nuova resistenza, quella dell'intera regione alle mafie, che dalle regioni originarie, grazie alla potenza del denaro, tentano nuovi insediamenti, portando con sé un tragico carico di ingiustizie e brutalità.
Dove prosperano le mafie viene meno la forza della legge, viene meno la solidarietà, si imbarbariscono tutti i rapporti, a cominciare dai rapporti di lavoro ove la dipendenza facilmente degenera in schiavitù.
Questo Primo Maggio di Pietralunga, pertanto, facilmente si connette a quello di Portella della Ginestra, non soltanto per la somiglianza dei luoghi, in un caso e nell'altro immersi nella solitudine montana e collinare, ma perché - con tutte le differenze di epoca e di mentalità - gli obiettivi restano il lavoro e la libertà e il nemico è sempre la mafia, una criminalità con solidi agganci nel potere economico e politico.
Questo è lo spirito con cui, sperabilmente insieme a molti altri a partire dalla gente del luogo, Libera Umbria sarà a Pietralunga a ricordare le vittime delle mafie, a rinnovare l'impegno, a progettare il futuro e a anche a far festa, nella convivialità e nella gioia del canto.
Non ci fermeremo qui: nel mese di luglio centinaia di ragazze e ragazzi parteciperanno ai campi estivi per rendere agibili con il lavoro volontario i terreni e gli immobili devastati dalla mafia.
Da Portella della Ginestra a Pietralunga, un impegno che continua.

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