Vittoria (Rg) anni 50. Assemblea di braccianti agricoli davanti alla Camera del lavoro |
la terra che mi mangia i miei morti,
questa terra che mangia le mie braccia:
sudore e storia se li tiene in corpo,
sotto le rughe di pietra e di polvere:
c’è un uccello che dorme sopra il
tetto,
e quello è bianco e leggiero, di
piuma:
io tengo un uomo che mi porto addosso,
che la mia schiena mi rompe, e le mani:
fosse mia patria la terra dei padri,
questa terra che è patria al padrone:
una luna sarebbe la mia falce,
e questo sole mi sarebbe un sole
e questo sole mi sarebbe un sole
Postilla
La poesia fu scritta in occasione del IX Congresso della Federbraccianti Cgil (Roma 1973) e nello stesso anno utilizzata dallo storico sindacato dei lavoratori agricoli per la sottoscrizione. Ringrazio Valeria Cappucci, archivista alla FLAI Cgil Nazionale per avermi fornito il testo completo, ripreso da un manifesto sindacale. (S.L.L.)
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