Il "Decameroncino" è una raccolta di novelle, ispirata fin nel titolo dall'esempio del Boccaccio, che Luigi Capuana pubblicò nel 1901. Le dieci novelle (più una conclusione) si fingono raccontate, una per giornata, nel salotto di una contessa da parte di uno spiritoso ottuagenario, il dottor Maggioli. Ma Capuana non sceglie come tema principale burle o intrighi amorosi; mostra piuttosto attenzione per i fenomeni dello spiritismo e per i progressi della scienza. L'atteggiamento, come si vede anche in questo che è il primo dei racconti, è piuttosto disincantato. (S:L.L.)
– Come! – esclamò il
dottore – non sapevate che i denti, composti della stessa sostanza
dei capelli straordinariamente indurita, potrebbero dirsi peli della
bocca? Ma sono tutt'uno. Ne ha fatto la triste esperienza un mio
povero amico di Boston. Quand'ero in America, avevo stretto amicizia
con un giovane chimico, yankee puro sangue, che sognava prodigiose
scoperte per arricchirsi e poter sposare la cara ragazza del suo
cuore.
«Un dentifricio
insuperabile! Un'acqua rigeneratrice dei capelli! C'è da cavarne
milioni in pochi anni» egli diceva, spalancando avidamente gli
occhi, quasi i milioni fossero là, davanti a lui, e qualcuno
gl'impedisse di stendere la mano per afferrarli.
«Cercate qualche cosa di
piú utile» gli consigliavo io.
«Niente è piú utile di
un preparato che dia ai denti di una bella signora la pura bianchezza
dell'avorio! Niente è piú utile di un'acqua che arricchisca il
tesoro dei capelli, l'aureola d'oro di una graziosa testa
femminile!».
«Ci sono tanti
dentifrici! Ci sono tante acque rigeneratrici!».
«Imposture di
ciarlatani!».
«Arricchiscono
ugualmente!».
«Ma non onestamente!».
Un chimico americano che
aveva degli scrupoli! Era giovine, e bisognava compatirlo. Cercava,
notte e giorno, chiuso nel piccolo laboratorio, dal quale usciva
soltanto per fare una breve visita alla sua ragazza, cucitora di
bianco.
Bionda, alta, sottile,
bella come tutte le americane quando... sono belle, miss Mary Stybel
era afflitta di non possedere un candore di denti ideale, né una
capellatura abbondante. Piú volte il mio amico l'aveva sorpresa con
le lagrime agli occhi perché i finissimi capelli dorati le venivano
via, strappati facilmente dal pettine quantunque usato con
straordinaria delicatezza.
«Se continuerà cosí...»
singhiozzava la poverina.
E quei denti che si
ostinavano a rimanere giallicci non ostante le polveri, le acque
d'ogni sorta da lei adoprate per renderli bianchi!
Miglior regalo di nozze
non poteva farle il fidanzato che recarle un dentifricio, un'acqua
rigeneratrice di sua invenzione, efficacissimi! A che serviva la
scienza, se non aiutava a trovarli? Ed egli cercava, con
l'instancabile pazienza degli inventori che si sentono destinati a
riuscire. Di tanto in tanto, lo interrogavo. Mi faceva pena.
Dimagriva, aveva gli occhi cerchiati da lividure prodotte dalle
veglie prolungate e dall'ansietà degli esperimenti.
«A che siamo?».
«Niente ancora! Ma credo
di trovarmi su la buona strada».
«Non vi sciupate, caro
amico».
«O trovare, o morire».
Era il suo motto, e lo
aveva fatto incidere su una targa di ottone affissa all'uscio del
laboratorio.
In verità, pensavo che
«morire» era piú facile di «trovare» specialmente quando si
cerca l'impossibile. Ma io sono stato sempre un po' scettico anche in
gioventú, e forse per questo non sono arrivato a fare niente di
buono. Pazienza ci vuole – ora lo capisco – cocciutaggine ci
vuole per approdare a qualche cosa. E Lost Loiterer, contrariamente a
quel che indicava il suo cognome – significa: infingardo –aveva
cocciutaggine e pazienza assai più che non gliene occorresse.
Infatti!
Una mattina lo vidi
entrare in camera mia, raggiante di gioia, trasfigurato: «Eureka!
Eureka!».
Fui stupito di non
vederlo arrivare nudo, come dicono che accadesse ad Archimede, o
almeno in mutande.
«Quando avrete bisogno
di mille dollari... Sarò milionario fra due anni!».
«Mi contenterei di
cinquecento ora», risposi ridendo.
La mia incredulità
l'offese.
«Voi sapete che io non
sono un fatuo – replicò. – Ho la prova assoluta. La mia
dentifricia ha imbianchito, come latte, un bastone di ebano; la mia
rigeneratrice ha reso vellosa una vecchia valigia di cuoio su cui
l'ho adoprata un solo mese di seguito!».
«Rallegramenti e
felicitazioni!... E figli maschi!» stavo per soggiungere; ma non
volli essere crudele.
Ah! Da quel giorno
appresi che è stolto dubitare della scienza, della chimica
soprattutto.
«E la vostra fidanzata
lo sa?» gli domandai. «Le ho già portato due boccette dei miei
preparati. Guardate qui. Non scorgete nulla?». E indicava le gote.
«Nulla».
«Credevo che i suoi
baci, cosí forti, cosí lunghi, avessero lasciato uno stampo».
Ironia della sorte!
Quel che doveva produrre
la felicità domestica, la ricchezza di Lost Loiterer fu invece (pare
impossibile!) la sua irreparabile disgrazia.
In certi momenti penso
che la natura è vendicativa contro coloro che le rubano qualcuno dei
suoi segreti processi.
La bella miss Mary Stybel
era un po' stordita, leggera.
Nella fretta di provare i
preparati del suo fidanzato, adoprò sbadatamente l'acqua dentifricia
pei capelli, e la rigeneratrice per pulirsi i denti!
L'effetto fu
disastrosissimo.
Non sarebbe stato gran
male se si fosse trattato dei soli capelli. I capelli bianchi sono
irresistibili quando ornano una bella testa rosea, giovanile,
freschissima... E poi c'è sempre il rimedio di adoprare una tintura
per dar loro il colore che si desidera. Quante brune non diventano
bionde da un giorno all'altro e
viceversa?
Ma sentir crescere,
crescere i denti; e i canini conficcarsi come chiodi nel palato e
nelle mascelle; e le molari crescere crescere e tener spalancata la
bocca, facendo forza per spingere in su e in giú, come leve, poggiate
l'una su l'altra!...
Fu il caso dell'infelice
sartina, che commosse Boston e tutta l'America. Niente poté
arrestare quell'impeto di crescenza destinato ai suoi biondi capelli
e infuso dall'acqua rigeneratrice, per effetto dello sbaglio, ai suoi
denti! Bisognò strapparglieli tutti, con inauditi tormenti. Una
dentiera legata in oro, perfettissimo lavoro americano, le fu
regalata con pubblica sottoscrizione; ma non poté mai consolarla
della perdita dei denti veri, quantunque giallicci.
E Lost Loiterer? Non
sopportò tanta sventura; e si fece saltar le cervella, senza
lasciare la ricetta dei due mirabili trovati.
Non vi fate ingannare dalla réclame dei profumieri che oggi spacciano in America e in Europa l'Acqua dentifricia Loiterer e la Rigeneratrice Loiterer. Sono indegne mistificazioni! Il mio povero amico ne ha portato via con sé il prezioso segreto, nell'altro mondo! –
Non vi fate ingannare dalla réclame dei profumieri che oggi spacciano in America e in Europa l'Acqua dentifricia Loiterer e la Rigeneratrice Loiterer. Sono indegne mistificazioni! Il mio povero amico ne ha portato via con sé il prezioso segreto, nell'altro mondo! –
Decameroncino, Catania, Giannotta, 1901