A partire dal 10 maggio
2009 e per alcune settimane “la Repubblica”, stampò ogni giorno
le Dieci domande al premier,
Silvio Berlusconi, in cui – con indicazioni particolareggiate –
si chiedevano spiegazioni al Cavaliere (ora ex Cavaliere), in quel
momento all'apice del potere, spiegazioni sui suoi rapporti con la
giovanissima napoletana, Noemi Letizia, alla cui festa dei 18
anni aveva partecipato a Napoli, dopo averla ospitata ancora
minorenne in una sua villa in Sardegna. Il quotidiano diretto da
Mauro, in mancanza di risposte puntuali, arricchì la sua campagna
con articoli di inchiesta sull'affaire,
che smentivano le generiche smentite del presidente del Consiglio. Un
momento cruciale della campagna fu l'intervista con l'ex fidanzato di
Noemi Letizia, un giovane operaio di nome Gino Flaminio,
all'epoca di 22 anni, firmata da Giuseppe D'Avanzo e Conchita
Sonnino, quella che qui recupero dall'archivio del quotidiano. Com'è
noto Berlusconi superò in qualche modo questa prima campagna sulla
sua “malattia”, come la definì la moglie Veronica Lario, ma non
quella successiva incentrata sui suoi incontri con la cosiddetta
“Ruby Rubacuori”, sulle feste in piscina con escort ed altre
piccanti rivelazioni. (S.L.L.)
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Silvio Berlusconi alla festa di compleanno di Noemi Letizia |
Parla Gino, l'ex
fidanzato della ragazza di Portici
"Così papi
Berlusconi entrò nella vita di Noemi"
di GIUSEPPE D'AVANZO e
CONCHITA SANNINO
Napoli
Il 14 maggio “Repubblica”
ha rivolto al presidente del consiglio dieci domande che apparivano
necessarie dinanzi alle incoerenze di un "caso politico".
Veronica Lario, infatti, ha proposto all'opinione pubblica e alle
élites dirigenti del Paese due affermazioni e una domanda che hanno
rimosso dal discreto perimetro privato un "affare di famiglia"
per farne "affare pubblico". Le due, allarmanti certezze
della moglie del premier - lo ricordiamo - descrivono i comportamenti
del presidente del Consiglio: "Mio marito frequenta minorenni";
"Mio marito non sta bene".
Al contrario, la domanda
posta dalla signora Lario - se ne può convenire - è crudamente
politica e mostra le pratiche del "potere" di Silvio
Berlusconi, pericolosamente degradate quando a rappresentare la
sovranità popolare vengono chiamate "veline" senza altro
merito che un bell'aspetto e l'amicizia con il premier, legami nati
non si sa quando, non si sa come. "Ciarpame politico" dice
la moglie del premier.
Silvio Berlusconi non ha
ritenuto di rispondere ad alcuna delle domande di “Repubblica”.
E, dopo dieci giorni,
“Repubblica” prova qui a offrire qualche traccia e testimonianza
per risolvere almeno alcuni dei quesiti proposti. Per farlo bisogna
raggiungere Napoli, una piccola fabbrica di corso San Giovanni e poi
un appartamento, allegramente affollato di amici, nel popolare
quartiere del Vasto a ridosso dei grattacieli del Centro Direzionale.
Sono i luoghi di vita e di lavoro di Gino Flaminio.
Gino, 22 anni, operaio,
una passione per la kickboxing, è stato per sedici mesi (dal 28
agosto del 2007 al 10 gennaio del 2009) l'"amore" di Noemi
Letizia, la minorenne di cui il premier ha voluto festeggiare il
diciottesimo anno in un ristorante di Casoria, il 26 aprile. Gino e
Noemi si sono divisi, per quel breve, intenso, felice periodo le ore,
i sogni, il fiato, le promesse. "Quando non dormivo da lei a
Portici - è capitato una ventina di volte - o quando lei non dormiva
qui da me, il sabato che non lavoravo mi tiravo su alle sei del
mattino per portarle la colazione a letto; poi l'accompagnavo a
scuola e ci tornavo poi per riportarla indietro con la mia Yamaha.
Lei qualche volta veniva a prendermi in fabbrica, la sera, quando
poteva".
Gino Flaminio è in grado
di dire quando e come Silvio Berlusconi è entrato nella vita di
Noemi. Come quel "miracolo" (così Gino definisce
l'inatteso irrompere del premier) ha cambiato - di Noemi - la vita, i
desideri, le ambizioni e più tangibilmente anche il corpo, il volto,
le labbra, gli zigomi; in una parola, dice Gino, "i valori".
Il ragazzo può raccontare come quell'ospite inaspettato dal nome
così importante che faceva paura anche soltanto a pronunciarlo nel
piccolo mondo di gente che duramente si fatica la giornata e un
piatto caldo, ha deviato anche la sua di vita. Quieto come chi si è
ormai pacificato con quanto è avvenuto, Gino ricorda: "Mi è
stato quasi subito chiaro che tra me e la mia memi non poteva andare
avanti. Era come pretendere che Britney Spears stesse con il
macellaio giù all'angolo...".
È utile ricordare, a
questo punto, che il primo degli enigmi del "caso politico"
è proprio questo: come Berlusconi ha conosciuto Noemi, la sua
famiglia, il padre Benedetto "Elio" Letizia, la madre Anna
Palumbo? A Berlusconi è capitato di essere inequivocabile con la
Stampa (4 maggio): "Io sono amico del padre, punto e basta. Lo
giuro!". Con France2 (6 maggio), il capo del governo è stato
ancora più definitivo. Ricordando l'antica amicizia di natura
politica con il padre Elio, Berlusconi chiarisce: "Ho avuto
l'occasione di conoscere [Noemi] tramite i suoi genitori. Questo è
tutto". Un affetto che il presidente del consiglio ha ripetuto
ancor più recentemente quando ha presentato Noemi "in società",
per così dire, durante la cena che il governo ha offerto alle
"grandi firme" del made in Italy a Villa Madama, il 19
novembre 2008: "È la figlia di miei cari amici di Napoli, è
qui a Roma per uno stage" (“Repubblica”, 21 maggio).
All'antico vincolo politico, accenna anche la madre di Noemi, Anna:
"[Berlusconi] ha conosciuto mio marito ai tempi del partito
socialista".
Berlusconi, qualche
giorno dopo (e prima di essere smentito da Bobo Craxi), conferma.
"[Elio] lo conosco da anni, è un vecchio socialista ed era
l'autista di Craxi". (Ansa, 29 aprile, ore 16,34). Più evasiva
Noemi: "[Di come è nato il contatto familiare] non ricordo i
particolari, queste cose ai miei genitori non le ho chieste".
(“Repubblica”, 29 aprile). Decisamente inafferrabile e chiuso
come un riccio, il padre Elio (ha rifiutato di prendere visione di
quest'ultima ricostruzione di “Repubblica”). Chiedono a Letizia:
ci spiega come ha conosciuto Berlusconi? "Non ho alcuna
intenzione di farlo" (“Oggi”, 13 maggio).
Gino ascolta questa
noiosa tiritera con un sorriso storto sulle labbra, che non si sa se
definire avvilito o sardonico. C'è un attimo di silenzio nella
stanza al Vasto, un silenzio lungo, pesante come d'ovatta, rispettato
dagli amici che gli stanno accanto; dalla sorella Arianna; dal padre
Antonio; dalla madre Anna. È un silenzio che si fa opprimente in
quella cucina, fino a un attimo prima rumorosa di risate e grida. La
madre, Anna, si incarica di spezzarlo: "Quando un giorno Gino
tornò a casa e mi disse che Noemi aveva conosciuto Berlusconi, lo
presi in giro, non volli chiedergli nemmeno perché e per come. Mi
sembrava ridicolo. Berlusconi dalle nostre parti? E che ci faceva,
Berlusconi qui? Ripetevo a Gino: Berlusconi, Berlusconi! (gonfia le
guance con sarcasmo). Un po' ne ridevo, mi sembrava una buffonata di
ragazzi".
Gino la guarda, l'ascolta
paziente e finalmente si decide a raccontare:"I genitori di
Noemi non c'entrano niente. Il legame era proprio con lei. È nato
tra Berlusconi e Noemi. Mai Noemi mi ha detto che lui, papi Silvio
parlava di politica con suo padre, Elio. Non mi risulta proprio. Mai,
assolutamente. Vi dico come è cominciata questa storia e dovete
sapere che almeno per l'inizio - perché poi quattro, cinque volte ho
ascoltato anch'io le telefonate - vi dirò quel che mi ha raccontato
Noemi. Il rapporto tra Noemi e il presidente comincia più o meno
intorno all'ottobre 2008. Noemi mi ha raccontato di aver fatto alcune
foto per un "book" di moda. Lo aveva consegnato a
un'agenzia romana, importante - no, il nome non me lo ricordo - di
quelle che fanno lavorare le modelle, le ballerine, insomma le
agenzie a cui si devono rivolgere le ragazze che vogliono fare
spettacolo. Noemi mi dice che, in quell'agenzia di Roma, va Emilio
Fede e si porta via questi "book", mica soltanto quello di
Noemi. Non lo so, forse gli servono per i casting delle meteorine. Il
fatto è - ripeto, è quello che mi dice Noemi - che, proprio quel
giorno, Emilio Fede è a pranzo o a cena - non me lo ricordo - da
Berlusconi. Finisce che Fede dimentica quelle foto sul tavolo del
presidente. È così che Berlusconi chiama Noemi. Quattro, cinque
mesi dopo che il "book" era nelle mani dell'agenzia, dice
Noemi. È stato un miracolo, dico sempre. Dunque, dice Noemi che
Berlusconi la chiama al telefono. Proprio lui, direttamente. Nessuna
segretaria. Nessun centralino. Lui, direttamente. Era pomeriggio, le
cinque o le sei del pomeriggio, Noemi stava studiando. Berlusconi le
dice che ha visto le foto; le dice che è stato colpito dal suo "viso
angelico", dalla sua "purezza"; le dice che deve
conservarsi così com'è, "pura". Questa fu la prima
telefonata, io non c'ero e vi sto dicendo quel che poi mi riferì
Noemi, ma le credo. Le cose andarono così perché in altre occasioni
io c'ero e Noemi, così per gioco o per convincermi che davvero
parlava con Berlusconi, m'allungava il cellulare all'orecchio e
anch'io sentii dalla sua voce quella cosa della "purezza",
della "faccia d'angelo". E poi, una volta, ha aggiunto
un'altra cosa del tipo: "Sei una ragazza divina".
Berlusconi, all'inizio, non ha detto a Noemi chi era. In quella prima
telefonata, le ha fatto tante domande: quanti anni hai, cosa ti
piacerebbe fare, che cosa fanno tua madre e tuo padre? Studi? Che
scuola fai? Una lunga telefonata. Ma normale, tranquilla. E poi,
quando Noemi si è decisa a chiedergli: "Scusi, ma con tutte
queste domande, lei chi è?", lui prima le ha risposto: "Se
te lo dico, non ci credi". E poi: "Ma non si sente chi
sono?". Quando Noemi me lo raccontò, vi dico la verità, io non
ci credevo. Poi, quando ho sentito le altre telefonate e ho potuto
ascoltare la sua voce, proprio la sua, di Berlusconi, come potevo non
crederci? Noemi mi diceva che era sempre il presidente a chiamarla.
Poi, non so se chiamava anche di suo, non me lo diceva e io non lo
so. Lei al telefono lo chiamava papi tranquillamente. Anche davanti a
me. Magari stavamo insieme, Noemi rispondeva, diceva papi e io capivo
che si trattava del presidente. Quando ho assistito ad alcune
telefonate tra Berlusconi e Noemi, ho pensato che fosse un rapporto
come tra padre e figlia. Una sera, Emilio Fede e Berlusconi - insieme
- hanno chiamato Noemi. Lo so perché ero accanto a lei, in auto. Ora
non saprei dire perché il presidente le ha passato Emilio Fede, non
lo so. Pensai che Fede dovesse preparare dei "provini" per
le meteorine, quelle robe lì". (Ieri, a tarda sera, durante
“Studio Aperto”, Fede ha affermato di aver conosciuto la nonna di
Noemi. “Repubblica” ha chiesto a Gino se, in qualche occasione,
Noemi avesse fatto cenno a questa circostanza. "Mai,
assolutamente", è stata la risposta del ragazzo).
"Comunque, quella
sera, sentii prima la voce del presidente e poi quella di Emilio Fede
- continua Gino - Non voglio essere frainteso o creare confusione in
questa tarantella, da cui voglio star lontano. Nelle telefonate che
ho sentito io, Berlusconi aveva con Noemi un atteggiamento paterno.
Le chiedeva come era andata a scuola, se studiava con impegno, questa
roba qui. Io però ho cominciato a fuggire da questa situazione. Non
mi piaceva. Non mi piaceva più tutto l'andazzo. Non vedevo più le
cose alla luce del giorno, come piacevano a me. Mi sentivo il
macellaio giù all'angolo che si era fidanzato con Britney Spears.
Come potevo pensare di farcela? Gliel'ho detto a Noemi: questo mondo
non mi piace, non credo che da quelle parti ci sia una grande pulizia
o rispetto. Mi dispiaceva dirglielo perché io so che Noemi è una
ragazza sana, ancora infantile che non si separa mai dal suo
orsacchiotto, piccolo, blu, con una croce al collo, "il suo
teddy". Una ragazza tranquilla, semplice, con dei valori. Con i
miei stessi valori, almeno fino a un certo punto della nostra
storia".
Intorno a Gino, questo
racconto devono averlo già sentito più d'una volta perché ora che
il ragazzo ha deciso di raccontare a degli estranei la storia, la
tensione è caduta come se la famiglia, i vicini di casa, gli amici
già l'avessero sentita in altre occasioni o magari a spizzichi e
bocconi. C'è chi si distrae, chi parlotta d'altro, chi parla al
telefono, chi si prepara a uscire per il venerdì notte. Gino sembra
non accorgersene. Non perde il filo e a tratti pare ricordare, ancora
una volta, a se stesso come sono andate le cose.
"Ho cominciato a
distaccarmi da Noemi già a dicembre. Però la cosa che proprio non
ho mandato giù è stata la lunga vacanza di Capodanno in Sardegna,
nella villa di lui. Noemi me lo disse a dicembre che papi l'aveva
invitata là. Mi disse: "Posso portare un'amica, un'amica
qualunque, non gli importa. Ci saranno altre ragazze". E lei si
è portata Roberta. E poi è rimasta con Roberta per tutto il
periodo. Io le ho fatto capire che non mi faceva piacere, ma lei da
quell'orecchio non ci sentiva. Così è partita verso il 26-27
dicembre ed è ritornata verso il 4-5 gennaio. Quando è tornata mi
ha raccontato tante cose. Che Berlusconi l'aveva trattata bene, a lei
e alle amiche. Hanno scherzato, hanno riso... C'erano tante ragazze.
Tra trenta e quaranta. Le ragazze alloggiavano in questi bungalow che
stavano nel parco. E nel bungalow di Noemi erano in quattro: oltre a
lei e a Roberta, c'erano le "gemelline", ma voi sapete chi
sono queste "gemelline"? Penso anche che lei mi abbia detto
tante bugie. Lei dice che Berlusconi era stato con loro solo la notte
di Capodanno. Vi dico la verità, io non ci credo. Sono successe cose
troppo strane. Io chiamavo Noemi sul cellulare e non mi rispondeva
mai. Provavo e riprovavo, poi alla fine mi arrendevo e chiamavo
Roberta, la sua amica, e diventavo pazzo quando Roberta mi diceva:
no, non te la posso passare, è di là - di là dove? - o sta
mangiando: e allora?, dicevo io, ma non c'era risposta. Per quella
vacanza di fine anno, i genitori accompagnarono Noemi a Roma. Noemi e
Roberta si fermarono prima in una villa lì, come mi dissero poi, e
fecero in tempo a vedere davanti a quella villa tanta gente -
giornalisti, fotografi? - , poi le misero sull'aereo privato del
presidente insieme alle altre ragazze, per quello che mi ha detto
Noemi... Al ritorno, Noemi non è stata più la mia Noemi, la mia
alicella (acciuga, ndr), la ragazza semplice che amavo, la ragazza
che non si vergognava di venirmi a prendere alla sera al capannone. A
gennaio ci siamo lasciati. Eravamo andati insieme, prima di Natale, a
prenotare per la sua festa di compleanno il ristorante "Villa
Santa Chiara" a Casoria, la "sala Miami" - lo avevo
suggerito io - e già ci si aspettava una "sorpresa" di
Berlusconi, ma nessuno credeva che la sorpresa fosse proprio lui,
Berlusconi in carne e ossa. Ci siamo lasciati a gennaio e alla festa
non ci sono andato. L'ho incontrata qualche altra volta, per
riprendermi un oggetto di poco prezzo ma, per me, di gran valore che
era rimasto nelle sue mani. Abbiamo avuto il tempo, un'altra volta,
di avere un colloquio un po' brusco. Le ho restituito quasi tutte le
lettere e le foto. Le ho restituito tutto - ho conservato poche cose,
questa lettera che mi scrisse prima di Natale, qualche foto - perché
non volevo che lei e la sua famiglia pensassero che, diventata Noemi
Sophia Loren, io potessi sputtanarla. Oggi ho la mia vita, la mia
Manuela, il mio lavoro, mille euro al mese e va bene così ché non
mi manca niente. Certo, leggo di questo nuovo fidanzato di Noemi,
come si chiama?, che non s'era mai visto da nessuna parte anche se
dice di conoscerla da due anni e penso che Noemi stia dicendo un
sacco di bugie. Quante bugie mi avrà detto sui viaggi. A me diceva
che andava a Roma sempre con la madre. Per dire, per quella cena del
19 novembre 2008 a Villa Madama mi raccontò: "Siamo stati a
cena con il presidente, io, papà e mamma allo stesso tavolo".
Non c'erano i genitori seduti a quel tavolo? Allora mi ha detto
un'altra balla. Quella sera le sono stati regalati una collana e un
bracciale, ma non di grosso valore. E il presidente ha fatto un
regalo anche a sua madre. Sento tante bugie, sì, e comunque sono
fatti di Noemi, dei suoi genitori, di Berlusconi, io che c'entro?".
Le parole di Gino
Flaminio appaiono genuine, confortate dalle foto, dalla memoria degli
amici (che hanno le immagini di Noemi e Gino sui loro computer), da
qualche lettera, dai ricordi dei vicini e dei genitori, ma
soprattutto dall'ostinazione con cui il ragazzo per settimane si è
nascosto diventando una presenza invisibile nella vita di Noemi.
“Repubblica” lo ha rintracciato con fatica, molta pazienza e
tanta fortuna nella fabbrica di corso San Giovanni dove tutti i suoi
compagni di lavoro conoscono Noemi, la storia dell'amore perduto di
Gino. Compagni di lavoro che - fino alla fine - hanno provato a
proteggerlo: "Gino? E chi è 'sto Gino Flaminio?" e Gino se
ne stava nascosto dietro un muro.
La testimonianza del
ragazzo consente di liquidare almeno cinque domande dalla lista di
dieci che abbiamo proposto al capo del governo. La ricostruzione di
Gino permette di giungere a un primo esito: Silvio Berlusconi ha
mentito all'opinione pubblica in ogni passaggio delle sue interviste.
Nei giorni scorsi, come quando disse a France2 di aver "avuto
l'occasione di conoscere [Noemi] tramite i suoi genitori". O
ancora ieri a Radio Montecarlo dove ha sostenuto di essersi
addirittura "divertito a dire alla famiglia, di cui sono amico
da molti anni, che non desse risposte su quella che è stata la
nostra frequentazione in questi anni". Come di cartapesta è la
scena - del tutto artefatta - disegnata dalle testate (“Chi”)
della berlusconiana Mondadori.
Il fatto è che
Berlusconi non ha mai conosciuto Elio Letizia né negli "anni
passati", né negli "ambienti socialisti". Mai
Berlusconi ha discusso con Elio Letizia di politica e tantomeno delle
candidature delle Europee (“Porta a porta”, 5 maggio). Berlusconi
ha conosciuto Noemi. Le ha telefonato direttamente, dopo averne
ammirato le foto e aver letto il numero di cellulare su un "book"
lasciatogli da Emilio Fede. Poi, nel corso del tempo, l'ha invitata a
Roma, in Sardegna, a Milano.
Le evidenti falsità,
diffuse dal premier, gli sarebbero costate nel mondo anglosassone, se
non una richiesta di impeachment, concrete difficoltà
politiche e istituzionali. Nell'Italia assuefatta di oggi, quella
menzogna gli vale un'altra domanda: perché è stato costretto a
mentire? Che cosa lo costringe a negare ciò che è evidente? È
vero, come sostiene Noemi, che Berlusconi ha promesso o le ha
lasciato credere di poter favorire la sua carriera nello spettacolo
o, in alternativa, l'accesso alla scena politica (“Corriere del
Mezzogiorno”, 28 aprile)? Dieci giorni dopo, ci sono altre
ragionevoli certezze. È confermato quel che Veronica Lario ha
rivelato a Repubblica (3 maggio): il premier "frequenta
minorenni". Noemi, nell'ottobre del 2008, quando riceve la
prima, improvvisa telefonata di Berlusconi ha diciassette anni, come
Roberta, l'amica che l'ha accompagnata a Villa Certosa. La
circostanza rinnova l'ultima domanda: quali sono le condizioni di
salute del presidente del Consiglio?
"la Repubblica", 24 maggio 2009)