4.7.12

Gramsci a Campobello.

Prima degli impantanamenti politici e parentali, quando Calogero Gueli volava alto, da sindaco di Campobello volle dare al paese una toponomastica rivoluzionaria. Così è possibile trovare una via Ho Chi Minh, una via Che Guevara e una via Mao Tse Tung. Una è addirittura dedicata a Stalin, adiacente a via Roosevelt e a via Churchill, in una sorta di Pantheon dei vincitori della Seconda Guerra Mondiale.
In un piccolo quartiere ormai più che trentennale si incrociano nelle intestazioni i nomi di Marx, Engels, Rosa Luxenbourg, Lenin, Trotzky. Il mio amico Mori, un tempo militante appassionato della Quarta Internazionale con Livio Maitan, quando fu mio ospite per qualche dì nel paesello, godeva moltissimo nel comprare "il manifesto" dal giornalaio di via Trotzky; ipotizzava che fosse l'unica in tutta Italia con quel nome. La strada più ampia è intitolata a Gramsci, quasi di necessità: per la grande ammirazione di cui godeva il suo nome tra i comunisti e per la nazionalità italiana del grande "teorico e politico rivoluzionario" (così recita la tabella).
Una cosa tuttavia non mi convince: Corso Antonio Gramsci. Corso?  Corso Napoleone va bene. Ma Gramsci non veniva dalla Sardegna?

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