Binni. Chiedo di
parlare.
Presidente [Umberto
Terracini]. Ne ha facoltà.
Binni. Credo di
interpretare l’animo concorde di tutti i deputati italiani e di
tutti quegli italiani che si sentono, nel senso piu ampio e pieno
della parola, veramente «cittadini del mondo», ricordando qui tra
noi quell altissima vita che ieri una mano folle o prezzolata ha
voluto delittuosamente troncare; ricordando che se, in India, turbe
infinite di uomini e donne piangono ancora oggi la scomparsa del loro
capo spirituale, anche in altre parti del mondo, anche nell’Europa
occidentale, altri uomini hanno provato ieri, all’annuncio di quel
triste avvenimento come un improvviso crollo, un improvvisa,
un’infinita tristezza. Un’immensa tristezza, e vorrei dire in
queste brevissime parole, anche quasi un senso di infinito orgoglio:
l'orgoglio che si prova noi uomini quando, nella nostra condizione
umana, fra lotte e vergogne infinite, sentiamo delle voci pure e
altissime elevarsi, vediamo atti di sacrificio e di abnegazione;
perché io credo veramente che, se la cosa più difficile per un uomo
è l’accordo tra un’azione rinnovatrice ed efficace e il rispetto
assoluto per ogni vita umana, questo accordo è stato veramente
raggiunto dal Mahatma Gandhi. Egli ci ha dato l'esempio che vale
meglio convincere che vincere; egli ci ha dato l’esempio che è
cosa più alta essere martire che assassino.
Quando noi vediamo ciò
che accade nel nostro mondo sconvolto, quando sentiamo ancora le
vecchie apologie dei risultati e dei successi della forza, ebbene,
noi, di fronte a quest’uomo, così modesto che addirittura era
diventato per certi cinismi occidentali quasi una figura grottesca,
noi sentiamo invece che il valore più alto che l’umanità può
raggiungere non sono tanto gli imperii sanguinosi e fastosi, non sono
le grandi costruzioni, spesso edificate sulle lacrime e sul sangue,
ma è invece il gesto più intimo e più solitario, più assoluto, il
gesto dell’eroica e sublime bontà, di cui egli, veramente «grande
anima», ci ha voluto dare l’esempio. (Applausi).
Presidente. Credo
che l’onorevole Binni abbia interpretato il pensiero e - più che
il pensiero - il sentimento di tutta l’Assemblea, pronunciando le
parole a ricordo di Gandhi e ad esecrazione dell’orribile tragedia,
nella quale è stata spenta una vita che era preziosa non soltanto
per il popolo indiano nel suo complesso, ma per tutti i popoli del
mondo.
Verbale del 31 gennaio 1948, in Walter Binni, Scritti politici
1934-1947, Il Ponte Editore, 2014
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