13.11.10

Un manifesto di arroganza e stupidità ("micropolis on line" - 13 novembre 2010)

Perugia - La fonte del Piscinello
Insieme ad un enorme cartellone piddino, in cui, con una Fontana Maggiore sanguinante, si annuncia che il governo uccide le città, è comparso a Perugia un manifesto più piccolo, formato elefante, con lo stemma del Comune di Perugia in cui si proclama che “i servizi pubblici non sono sprechi”. In esso si denuncia il governo che, con le sue politiche, costringe i comuni a ridurre i servizi e ad aumentare le tariffe e non combatte adeguatamente l’evasione fiscale. Non entriamo nel merito dei contenuti che in linea di massima condividiamo, ma dobbiamo ricordare che, se i servizi pubblici non sono sprechi, nei servizi pubblici gli sprechi possono esserci e effettivamente ci sono.
Qui vogliamo tuttavia fare una diversa considerazione. Chi ha pagato quel manifesto e con quali denari? Crediamo di non sbagliare se immaginiamo che nel bilancio comunale esista un appostamento denominato “comunicazione” e che a quel fondo abbiano attinto il Sindaco e la sua Giunta per far stampare e affiggere il manifesto. Si tratta forse di una piccola spesa, nell’ordine di un migliaio di euro o poco più, ma nel momento in cui il Comune taglia tutto, togliendo l’aria per esempio a benemerite attività culturali, sono soldi che avrebbero potuto ottenere una diversa e migliore utilizzazione. Se Boccali, i suoi assessori e i suoi “consigliori” pensano, infatti, che l’insulso poster possa convincere i cittadini e placare il diffuso malcontento si sbagliano di grosso. Quel manifesto è piuttosto espressione di “berlusconismo”, cioè di un arrogante uso di parte delle risorse di tutti. Ci chiediamo con quale faccia potranno Boccali e i suoi amici criticare la stampa e la spedizione in otto milioni di copie, a spese del pubblico erario, dell’opuscolo che illustra i presunti trionfi del Cavaliere. Insomma, questa operazione propagandistica è una evidente manifestazione di stupidità: mentre non arreca vantaggio alcuno a chi l’ha promossa, pesantemente danneggia tutto il popolo del centro-sinistra.
Ma non avrà un Sindaco (eletto dal popolo!) il diritto di comunicare il proprio pensiero e le proprie ragioni ai concittadini? Io credo che per la comunicazione politica di una amministrazione comunale possano bastare i comunicati stampa che trovano in genere ampio spazio nel sistema mediatico locale; so che c’è un apposito ufficio in Comune, con bravi giornalisti, che favorisce la divulgazione del pensiero di Boccali e della giunta. I manifesti andrebbero usati solo per importanti comunicazioni pratiche, di mera informazione, non per giustificazioni o attacchi di tipo politico, dato che il Comune e il suo stemma non sono pertinenza del sindaco e della giunta, ma anche di chi critica e si oppone. Ci sarebbe il modo di realizzare un confronto più penetrante con la cittadinanza. Un tempo, in circostanze analoghe, i sindaci e gli amministratori di sinistra, invece di starsene rinchiusi nei bunker comunali circondati da yesman, leccatori e clienti, avrebbero convocato assemblee in tutti i quartieri e le frazioni per denunciare gli odiosi tagli del governo e le difficoltà che comportano e illustrare gli sforzi degli amministratori per cercare di venire incontro ai bisogni dei cittadini. Se Boccali convocasse analoghe assemblee, le troverebbe affollatissime. Certo per affrontare le critiche dei cittadini arrabbiati e la malevolenza delle destre ci vorrebbe coraggio. E il coraggio (come l’intelligenza) uno non se lo può dare.

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