Torino 1916, Camera del Lavoro. Antonio Gramsci è il primo in piedi, da destra |
La vita è sempre una
rivoluzione, una sostituzione di valori, di persone, di categorie, di
classi. Gli uomini però danno il nome di rivoluzione alla grande
rivoluzione, a quella cui partecipa il massimo numero di individui,
che sposta un numero maggiore di rapporti, che distrugge tutto un
equilibrio per sostituirlo con un altro intero, organico. Noi ci
distinguiamo dagli altri uomini perché concepiamo la vita come
sempre rivoluzionaria, e pertanto domani non dichiareremo
definitivo un nostro mondo realizzato, ma lasceremo sempre aperta la
via verso il meglio; verso armonie superiori. Non saremo mai
conservatori, neanche in regime di socialismo, ma vogliamo che
l’orologiaio delle rivoluzioni non sia un fatto meccanico come il
disagio, ma sia l’audacia del pensiero che crea miti sociali sempre
più alti e luminosi.
Dall'articolo
L'orologiaio, firmato
a. g., « Il Grido del Popolo », 18 agosto 1917,
In Scritti
giovanili 1914-1918,
Einaudi, 1958
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