20.10.13

Scuola e uguaglianza culturale (Elio Vittorini)

È di formazione dei quadri sociali il problema fondamentale della scuola? Certo il problema di formare i quadri esiste, ma non è uno che riguardi soltanto la scuola, riguarda tutta l'organizzazione della società. Riguarda la scuola solo perché la scuola può insegnare "anche" quanto occorre alla specializzazione tecnica di un uomo nella medicina, nell'ingegneria, nella chimica o semplicemente nella coltura dei piselli.
Ma vi è molto di più che la scuola può insegnare: la scuola può insegnare tutto quanto occorre all'uomo per diventare soggetto di cultura e di coscienza, di libertà, di capacità creativa e di fede nel progresso civile. E se è vero che la società ha per ora bisogno di limitare, selezionando, la formazione degli specializzati tecnici, cioè dei suoi quadri, non è meno vero ch'essa ha sempre più bisogno di togliere ostacoli nella possibilità per gli uomini di diventare soggetti di cultura e di coscienza (...).
È nell'interesse della civiltà che anche il più umile lavoratore manuale si trovi, di fronte ai libri, di fronte alle opere d'arte, di fronte al pensiero scientifico e filosofico, di fronte alle ideologie politiche, ecc., nelle stesse condizioni (...) in cui, funzionalmente, si trova l'ingegnere, il medico o il professore. Che poi, trovandosi tutti nelle stesse condizioni, una parte rimanga disposta a non specializzarsi e a svolgere un lavoro puramente manuale, dipende solo dal grado effettivo di dignità che nell'organizzazione sociale si saprà riconoscere anche al più umile lavoro manuale, e dal fatto, pure sociale, di saper compensare il lavoro, tanto manuale che intellettuale, sulla base dell’energia impiegata a compierlo (...). E’ sul terreno sociale che bisogna porre e risolvere il problema della formazione dei quadri (...). Sul terreno della scuola il problema non può essere altro che quello di fornire a tutti i mezzi della conoscenza, e rendere tutti armati, attrezzati, preparati nello stesso modo per accostarsi ai libri e partecipare alle ricerche della cultura. Anche nel promuovere le riforme più provvisorie non si può non tenerlo presente...

Nota
Da “Il Politecnico”, n. 2, ottobre '45, poi in Diario in pubblico, Bompiani, 1957. La riduzione con i conseguenti tagli è opera dell’autore.


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