Quello che segue è l’incipit di un articolo di Vincenzo Vasile, recensione di un romanzo ispirato all’evento di cui qui si dà notizia. A quanto racconta Vasile la presenza di Vishinskij nel capoluogo siciliano durò poco più di 24 ore all’Excelsior, un albergo del centro, monumento del Liberty, residuo dell’Esposizione internazionale che aveva segnato un’effimera «belle epoque» palermitana. (S.L.L.)
Andrei Vishinskij |
In pochi lo sanno. Ma Andrei Vishinskij, il dirigente sovietico noto per aver svolto l’odioso ruolo dell’accusa nelle purghe staliniane, nel 1943 si recò a Palermo.
Era a quei tempi il «numero due» della politica estera dell’Urss. Si incontrò con un dirigente locale
del Pci, e raccolse le vibrate proteste del Cln per i favoritismi ai separatisti dell’Amministrazione militare alleata, diretta dall’americano Charles Poletti. Impartì anche pressanti «consigli» sulla linea politica, cui il Pci siciliano s’attenne pedissequamente, abbandonando qualche tentazione indipendentista.
Il vice-ministro degli Esteri si mosse con autorevolezza nei confronti degli Alleati. Il suo intervento fu decisivo per far cambiare linea anche agli Americani.
“l’Unità” 7 aprile 2004
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