Emma Dante |
Doveva essere mercoledì, un po’ prima della mezzanotte.
Al 29 o al 30 del digitale terrestre, in un canale che è collegato alla 7, mi sono imbattuto in un talk-show. Credo che si chiami La mala educazione o qualcosa di simile. Al centro di un nutrito gruppo di signore e signori di età assai varia, ma con prevalenza di "trentini" e "quarantini", una spigliata conduttrice guidava civili discussioni sul sesso. Ne parlavano col sorriso sulle labbra, non senza ironia, ma con molta partecipazione.
Tema della puntata era la fellatio.
Non è mancato un momento di impegno civile: quando Emma Dante, una teatrante siciliana che dicono essere brava, in collegamento da non so dove ha riferito la diceria che i mafiosi tolgano alle proprie mogli il piacere del pompino, onde impedire che labbra rese impure dallo sperma possano baciare i loro figli.
La Dante secondo me si sbaglia, fuorviata dalle veline e dalla informazione ufficiale. Dopo la distruzione delle bobine quirinalizie e l'assicurazione che non ci sono state illecite trattative, l’input proveniente dall'alto sembra essere l'identificazione della mafia con le sue frange militari più arretrate e brutali. La regista non pensa perciò a quella borghesia mafiosa senza coppola e lupara, piena di laureati, medici, finanzieri, imprenditori, assessori, sindaci, onorevoli o addirittura ministri, e sembra ignorare che dentro di essa cominciano a farsi strada emancipate e agguerrite donne d'affari, che non si fanno mancare alcun tipo di sollazzo erotico.
Al 29 o al 30 del digitale terrestre, in un canale che è collegato alla 7, mi sono imbattuto in un talk-show. Credo che si chiami La mala educazione o qualcosa di simile. Al centro di un nutrito gruppo di signore e signori di età assai varia, ma con prevalenza di "trentini" e "quarantini", una spigliata conduttrice guidava civili discussioni sul sesso. Ne parlavano col sorriso sulle labbra, non senza ironia, ma con molta partecipazione.
Tema della puntata era la fellatio.
Non è mancato un momento di impegno civile: quando Emma Dante, una teatrante siciliana che dicono essere brava, in collegamento da non so dove ha riferito la diceria che i mafiosi tolgano alle proprie mogli il piacere del pompino, onde impedire che labbra rese impure dallo sperma possano baciare i loro figli.
La Dante secondo me si sbaglia, fuorviata dalle veline e dalla informazione ufficiale. Dopo la distruzione delle bobine quirinalizie e l'assicurazione che non ci sono state illecite trattative, l’input proveniente dall'alto sembra essere l'identificazione della mafia con le sue frange militari più arretrate e brutali. La regista non pensa perciò a quella borghesia mafiosa senza coppola e lupara, piena di laureati, medici, finanzieri, imprenditori, assessori, sindaci, onorevoli o addirittura ministri, e sembra ignorare che dentro di essa cominciano a farsi strada emancipate e agguerrite donne d'affari, che non si fanno mancare alcun tipo di sollazzo erotico.
I temi più impegnativi della trasmissione sono stati in ogni caso l’ingoio e la “gola profonda”.
Una signora dichiarava che preferisce non ingoiare e lasciar scivolare fuori dalla bocca e un signore la lodava, esaltando il piacere di vedere il proprio seme segnare il volto della partner; ed anche le altre parti del corpo.
Quanto alla gola profonda una bella trentenne lamentava di non riuscire ad accogliere in bocca, tutto intero, il membro del compagno, temeva un rigetto. Non lontano da lei un uomo con barba e gli occhietti vispi navigava invece tra il poetico e lo psicologico: “Quando scompaio nella sua bocca, comprendo di essere accettato interamente, sento che lei accoglie tutto me stesso”. Aggiungeva, anche per rassicurare la sua vicina: “Per fortuna ce l’ho piccolo”.
Una signora dichiarava che preferisce non ingoiare e lasciar scivolare fuori dalla bocca e un signore la lodava, esaltando il piacere di vedere il proprio seme segnare il volto della partner; ed anche le altre parti del corpo.
Quanto alla gola profonda una bella trentenne lamentava di non riuscire ad accogliere in bocca, tutto intero, il membro del compagno, temeva un rigetto. Non lontano da lei un uomo con barba e gli occhietti vispi navigava invece tra il poetico e lo psicologico: “Quando scompaio nella sua bocca, comprendo di essere accettato interamente, sento che lei accoglie tutto me stesso”. Aggiungeva, anche per rassicurare la sua vicina: “Per fortuna ce l’ho piccolo”.
Ho commentato: finalmente un po’ di purezza, un po’ d’innocenza in un dibattito televisivo! Un antidoto all’orgia di oscena pornografia cui ci costringono nelle trasmissioni politiche e nei telegiornali.
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