28.8.10

Meglio.

Leggo su blogsicilia (http://palermo.blogsicilia.it/2010/08/estratto-di-una-finta-lotta/) la notizia della enorme quantità di improperi che stanno piovendo sulla resistenza dei precari della scuola ai loro licenziamenti. C'è chi li accusa di essere finti precari e chi di fare capricci, chi che sono piagnoni e chi coglioni (il Cavaliere in persona). E infine non può mancare chi li bolla come comunisti. E' diventato un insulto infamante.

M'è venuto in mente il compagno Torello Burgio, uno di quei socialisti che al mio paese, quando Nenni si unificò con i socialdemocratici di Saragat e si alleò con la Dc, aderirono al Psiup. Nel 66 il nuovo partito si presentò alle elezioni comunali e gli stessi comunisti tendevano a ignorarne la presenza, temendo di perdere qualche voto. Ma il gruppetto dei socialproletari faceva ugualmente la sua campagna elettorale. Facevano il porta a porta, era l'uso d'allora che qualcuno vorrebbe rinverdire. Si presentavano con un volantino e un fac-simile e cercavano di intavolare un discorso. Parlavano dell'emigrazione, dello sfruttamento dei braccianti, dello strapotere dei mafiosi, delle ruberie. Una signora una volta chiese: "Ma siete comunisti?". Torello non voleva dire un no che sarebbe stata una presa di distanze, ma non poteva dire un sì non rispondente al vero. Rispose: "Meglio!". Così dovrebbero fare i precari in lotta. Quando lor signori gridano "comunisti!", dovrebbero dire "più che comunisti, meglio che comunisti".

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