Palermo, Chiostro del Convento di S. Maria del Gesù (Fotografia di Calogero Carollo) |
Frate Giacinto, al secolo Stefano Castronovo, era nato nel 1919 a Favara, in provincia di Agrigento. Fu ucciso il 6 settembre 1980 con cinque colpi alla testa da due killer nella sua cella al primo piano del convento di Santa Maria del Gesù a Palermo.
Già nel 1964 la polizia si era interessata a lui: il commissariato di Corleone aveva perquisito la cella in cui viveva alla ricerca di Luciano Liggio: una «soffiata» aveva indicato in fra' Giacinto il suo protettore.
A S. Maria del Gesù il "frate" era splendidamente alloggiato: disponeva di ben sette stanze. Nella perquisizione, dopo il suo assassinio, ritrovarono una rivoltella calibro 38 in un cassetto della scrivania, denaro, profumi e liquori e abiti civili di ottima fattura. Oltre a Luciano Liggio, Castronovo annoverava tra le sue frequentazioni anche la famiglia Bontate, di cui era diventato il confessore.
Le indagini sull’uccisione di frate Giacinto le svolse il vicequestore Antonino Cassarà, assassinato qualche anno dopo. Cassarà restò impressionato dall’omertà dei suoi confratelli, che tuttavia ci tennero a far sapere che l'uomo non diceva messa da un bel po'.
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