3.2.13

I "covi del vizio". Karl Kraus e la doppia morale (di Paola Sorge)

Le inserzioni «Massaggiatrice offresi» che apparivano sulle pagine dei quotidiani di Vienna già all'inizio del nostro secolo, suscitarono sempre vivaci proteste da parte di Karl Kraus: dietro la stessa formula usata oggi si nascondevano infatti le offerte di prostitute occasionali, di omosessuali e di bordelli di lusso come quello ormai leggendario di Sachs e Riehl, frequentato addirittura da membri della famiglia imperiale.
Ma Kraus non era certo mosso da sdegno puritano: considerava le giovani e graziose «massaggiatrici» creature molto più utili alla società dei vecchi e barbosi giornalisti e letterati che dominavano la scena politica e culturale del tempo.
In realtà ciò che provocava la sua ira era la scoperta della palese contraddizione esistente, in uno stesso giornale, fra parte redazionale e parte pubblicitaria: nella prima si salutava con enfasi «lo snidamento di un covo di vizi» da parte della polizia — quasi fosse una vittoria militare di cui in Austria si sentiva la mancanza, osservava Kraus con sarcasmo —, nella seconda si pubblicavano, dietro compenso, inserzioni che invitavano quello stesso pubblico di lettori ad andare nei «covi del vizio».
Questo è solo un esempio delle numerose contraddizioni esistenti in quelli che oggi chiamiamo mass-media, che Karl Kraus colse tempestivamente e fece assurgere a simbolo della doppia morale imperante.
Se egli lottò tutta la vita contro la stampa, per lui responsabile delle più grandi catastrofi del secolo compresa la prima guerra mondiale, è perché ne colse per primo il potere di condizionamento sulle masse: un potere nefasto perché improntato a una morale filistea e borghese; perché, anche con l'uso continuo di una pubblicità palese o mascherata, operava un progressivo rincretinimento dei cervelli.

dall'Introduzione a Aforismi in forma di diario, Newton Compton, 1993

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