19.7.13

"Lavoratori del mio paese...". Il testamento di Salvador Allende

L’11 settembre 1973, pochissimo tempo prima di morire, dentro la Monedo assediata dai golpisti, il presidente Salvador Allende trasmise dal suo studio l'ultimo messaggio ai cileni, attraverso le onde di Radio Magallanes, che di lì a poco sarebbe stata messa a tacere come tutte le altre emittenti dell’ «Unità popolare». Le parole di Allende si convertirono nel suo testamento politico ai lavoratori e al popolo del Cile, ma anche ai popoli del mondo. (S.L.L.)
Amici miei, questa sarà l'ultima occasione in cui mi potrò rivolgere a voi. L'aviazione ha bombardato le antenne di Radio Portales e di Radio Corporacion.
Le mie parole non contengono amarezza ma delusione e saranno esse il castigo morale per coloro che hanno tradito il giuramento che diedero. Soldati del Cile, comandanti in capo, l'ammiraglio Merino, che si è autoproclamato, più il signor Mendoza, generale vile che fino a ieri manifestava la sua fedeltà e lealtà al governo, anche lui autonominatosi comandante dei carabinieri.
Di fronte a questi fatti non mi resta che dire ai lavoratori: “Io non mi dimetterò”.  Trovandomi di fronte a una decisione storica, pagherò con la vita la lealtà al popolo e vi dico che ho la certezza che il seme che consegniamo alla coscienza degna di migliaia e migliaia di cileni, non potrà essere schiacciato per sempre.
Loro hanno la forza, potranno sottometterci, ma i processi sociali non possono essere fermati né con i crimini né con la forza. La storia è nostra e la fanno i popoli.
Lavoratori del mio paese, voglio ringraziarvi per la lealtà che sempre mi avete dimostrato, la fiducia che avete riposto in un uomo che è stato solo l'interprete dei grandi aneliti di giustizia, che ha impegnato la sua parola di rispettare la costituzione e la legge, e così farà. In questo momento finale, l'ultimo in cui io possa rivolgermi a voi, spero che traiate profitto dalla lezione.
Il capitale straniero, l'imperialismo, in alleanza con la reazione, hanno creato il clima in cui le forze armate hanno rotto la loro tradizione: quella che aveva loro indicato il generale Schneider e riaffermato il comandante Arava, vittime degli stessi settori sociali che oggi stanno chiusi in casa aspettando di riprendersi, grazie all'azione altrui, il potere per continuare a difendere i loro posse¬dimenti e i loro privilegi.
Mi rivolgo soprattutto all'umile donna della nostra terra, alla contadina che ha creduto in noi: all'operaia che ha lavorato di più; alla madre che si è resa conto della nostra preoccupazione per i suoi figli; mi rivolgo ai professionisti che amano il loro paese, a quelli che solo pochi giorni fa si sono mossi contro la sedizione auspicata dalle corporazioni professionali, collegi classisti che vogliono difendere i vantaggi che la società capitalista ha offerto ad essi; mi rivolgo ai giovani, quelli che cantarono, che diedero la loro allegria e il loro spirito di lotta.
Mi rivolgo all'uomo del Cile, al contadino, all'intellettuale. A quelli che saranno perseguitati, perché da molte ore ormai nel nostro paese c'è il fascismo: gli attentati terroristi che hanno fatto saltare ponti, hanno interrotto linee ferroviarie, hanno distrutto oleodotti e gasdotti nel silenzio di coloro che avevano l'obbligo istituzionale d'intervenire.
La storia li giudicherà. Certamente Radio Magallanes sarà ridotta al silenzio e il timbro tranquillo della mia voce non arriverà più a voi. Non importa, voi continuerete a sentirmi, per lo meno nel ricordo, che è quello di un uomo degno che è stato leale.
Il popolo deve difendersi, ma non sacrificarsi.
Il popolo non deve lasciarsi soggiogare né annientare, però non può lasciarsi umiliare.
Lavoratori della mia patria. Ho fede nel Cile e nel suo destino. Altri uomini supereranno questo momento grigio e amaro in cui il tradimento pretende di imporsi. State certi che molto prima che poi si apriranno di nuovo le grandi strade in cui passerà l'uomo libero per costruire una società migliore.
Viva il Cile! Viva il popolo! Viva i lavoratori!
Queste sono le mie ultime parole. Ho la certezza che il mio sacrificio non sarà inutile. Ho la certezza che, almeno, sarà una lezione morale che castigherà la vigliaccheria, la codardia e il tradimento

1 commento:

falilulela ha detto...

Le parole di Allende mi entrano dentro, arrivano dritte al fondo,là dove la tenerezza ancora resiste, dove i giovani cantano e i vecchi non insegnano, raccontano... là dove la commozione non è derisa ma condivisa...

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