Leggo della formazione di "Azione civile" promossa dall'ex magistrato Ingroia e un appello all'adesione che propone la ricostruzione della sinistra. Ingroia è onesto e coraggioso e la canizza che gli si è scatenata contro è indecente. Nell'appello peraltro leggo cose ragionevoli, per esempio che sarebbe ora di una rappresentanza formata da gente pulita e senza privilegi.
Non so se l'iniziativa avrà successo, ma ho l'impressione che - con un'impronta un po' più di sinistra - il movimento del noto procuratore antimafia aspiri ad occupare lo spazio lasciato libero dal movimento di Di Pietro. Anche stavolta probabilmente accadrà che persone di antica formazione e militanza socialista o comunista concorreranno a costruire partiti "degli onesti" senza scelte e connotazioni classiste.
Io no.
Sul voto, di volta in volta, farò la scelta (o non scelta) che mi pare più utile o meno dannosa per i lavoratori, ma di certo non aderirò a un partito che non si proponga come primo dovere di organizzare il proletariato vecchio e nuovo, gli operai e le operaie, i camerieri e le commesse, i precari dei call center come dell'Università, gli imprenditori di se stessi. Voglio un partito proletario che abbia in prima fila i proletari e che non si limiti a rappresentarli. Quando si sarà costituito e avrà raccolto nelle sue file una forza popolare significativa chiederò la tessera e, se l'otterrò, spenderò tempo e impegno per il mio partito, con orgoglio e sopportazione se occorre.
I movimenti interclassisti non fanno per me, anche se costituiti da gente onesta e coragggiosa.
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