28.12.10

I Cappelletti di Alfredo Panzini

Consistono in un disco di sfoglia soda coll’uovo, farcita di carni bianche mescolate a tuorli d’uova, prosciutto, midollo, burro, noce moscata, parmigiano, etc., il tutto convenevolmente, secondo arte, preparato: i lembi del disco si ripiegano e avvolgono in modo che paia il calco di un ombelico. Venere, se non di Milo, di Bologna, dicesi, secondo una faceta leggenda, essersi prestata ad offrire il modello. Si mangiano in brodo o asciutti.
Alfredo Panzini
Panzini amava sostanza e verbo, i cibi veri e i loro nomi, voci da memorizzare, classificare e descrivere. L’interesse per il cibo e la preparazione delle vivande era trasferita con tenerezza a volte commossa nei lemmi del Dizionario moderno, … dove Panzini si dilunga con compiacimento a fornire ricette, a descrivere con trasporto ora le Lasagne verdi, ora lo Zampone di Modena (‘gloria culinaria’ della città, ‘celebre più della Secchia rapita’), oppure la Charlotte… Anche alla voce Cappelletti la descrizione ‘d’arte’ prende il sopravvento sulla definizione” (Gian Luigi Beccaria).
In Gian Luigi Beccaria, Misticanze, Garzanti, 2009, pag.23

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