2.12.10

Mina e Garavini uniti nella lotta. Contro Topolino.

Questa curiosa storia l'avevo piazzata in questo blog l'anno scorso e l'avevo spostata una ventina di giorni fa. La ricolloco con immagini diverse. Era una pagina visitatissima, sicuramente oltre i suoi meriti. Chissà se tornerà ad esserlo. (S.L.L.)

Contro l'uomo d'ordine Topolino (e a favore dello "sfaticato" e sfortunato Paperino) si era schierato in una intervista nel 1992 il mai abbastanza compianto Sergio Garavini, a quel tempo segretario nazionale di Rifondazione Comunista. Era apparso un album di "Topolino" dal titolo Ciao Minnotchka, disegnato da Sergio Scarpa ed evidentemente ispirato a Ninotchka, il celebre film di Lubitsch con Greta Garbo.
L'anticomunismo un po’ pacchiano e becero, talora volgare e aggressivo, spiacque non poco a Garavini; gli pareva offensivo perfino nei confronti del celebre topo disneyiano, che nel fumetto appariva come una sorta di spione, per di più filomonarchico. Aveva aggiunto di non avere, peraltro, molta simpatia per il personaggio: "Abbiamo sempre considerato Topolino un sincero democratico, ma non ci è mai entrato nel cuore. E' più vicino a Rifondazione Paperino, che non è aristocratico, che sbaglia, che è imperfetto e collerico, ma sappiamo con sicurezza dalla parte dei più deboli ".

L'otto novembre del 2009 è apparso su "La Stampa" un articolo di Mina. Lei non amava (e non ama) neppure Paperino: "Gli unici che un pochino mi andavano a genio erano i personaggini di contorno come Archimede Pitagorico o Amelia la fattucchiera che ammalia. Ma Qui e Quo e Qua, per esempio, li trovavo tre orrendi imbroglioncelli, Gastone irritante, Paperina odiosa, Paperino e Paperone sgradevolissimi".
"Topolino, dunque, mi era antipatico da far paura. Buonista, noioso, ma anche invidioso. Vinceva spudoratamente sempre. E alla fine di ogni storia non poteva fare a meno di ghignare il suo schizzinoso senso di superiorità nei confronti degli impacciati malvagi come Gambadilegno o dei goffi alleati come il commissario Basettoni. Tutte le volte, sia spiaccicato sulla carta che mobile nei cartoons, sempre la stessa faccenda, sempre lo stesso schema narrativo. Gambette nere cilindriche infilate in scarpone gialle. Faccia rivolta al pubblico per ammiccare emozioni banali e reclutare consenso a buon mercato. Furbate senza imprevisti e approvazioni scontate del suo entourage".
La tigre di Cremona, diventata elzevirista, non rinuncia ad un ulteriore graffio. Commentanto la trasformazione di Topolino in personaggio da videogiochi, così commenta: "Finalmente Topolino sarà se stesso e, nelle nostre mani, sganciato dalla sua obbligatoria morale zuccherosa, potrebbe anche comportarsi come un bastardo. Con i nostri, anzi con i vostri, joystick diventerà capace di scelte almeno dicotomiche. Creare o distruggere, dipingere o cancellare, egoismo o altruismo e altre fondamentali opzioni vitali. Lontana per struttura mentale da ogni possibile Nintendo, cercherò di capire come avrete intenzione di conciare l’antipatico. E come sistemare la sua «fidanzata», l’irritante Minnie, ignorante e frivola. Probabilmente, la tratterete come si merita. Da vera stronza".

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