25.1.11

Valori e tricolori (di Walter Binni)

Walter Binni
E’ in libreria La disperata tensione un corposo volume edito da “Il Ponte”, la rivista che fu fondata da Piero Calamandrei. E’ una raccolta di “scritti politici” di Walter Binni, figura tra le più notevoli della critica letteraria del Novecento e deputato socialista all’Assemblea Costituente, curata dal figlio Lanfranco, che ne ha scritto l'ampia e stimolante introduzione. “Il Ponte” completerà il ricordo di Walter Binni nel centenario della nascita con un numero speciale, monografico, di ricordi e testimonianze. Sull’intera operazione editoriale e sull’esemplarità attuale di una grande figura di intellettuale politico dirò la mia su “micropolis” di febbraio. Propongo qui una paginetta collegata ai 150 anni di indipendenza e unità d’Italia, una responsiva al Comune di Reggio Emilia che invitava  Binni a partecipare alla celebrazione dei 200 anni del tricolore cispadano. Fu pubblicata per la prima volta da “Liberazione” l’11 gennaio 1997. (S.L.L.)
Il tricolore della Repubblica Cispadana (Reggio Emilia 1797)
Al Sindaco di Reggio Emilia Antonella Spaggiari
Signor Sindaco di Reggio Emilia e presidente del Comitato regionale per le celebrazioni del Bicentenario del Tricolore.
Come ho già detto per telefono a una Sua funzionaria, non sono in condizioni – a causa di disfunzioni del mio vecchio cuore – di affrontare un lungo viaggio e di esser presente alle Celebrazioni del bicentenario del Tricolore, a cui Ella ha voluto invitarmi nella mia qualità di Costituente insieme agli altri sopravvissuti di quella gloriosa Assemblea, ideale continuatrice e rinnovatrice (dopo la notte della monarchia reazionaria e della dittatura fascista) degli ideali repubblicani, democratici e laici che dettero vita in Reggio alla Repubblica Cispadana e che vennero simboleggiati nella bandiera tricolore. In questa solenne ricorrenza che riveste un preciso valore solo se collegata con i valori repubblicani, democratici e laici del giacobinismo italiano, e non con un retorico e qualunquistico significato nazionale, ritengo non pretestuoso trarne motivo attuale e sentirne lo stimolo che ne viene alla difesa della nostra Costituzione cosí altamente e strenuamente propugnata da Giuseppe Dossetti, partigiano sull’Appennino reggiano e autorevolissimo membro della Costituente. Costituzione ora minacciata da stravolgimenti presidenzialistici e populistici – non democratici – entro un tetro, ottuso clima di revisionismo storico, di omologazione dei valori e dei disvalori della nostra storia, di equiparazione fra i caduti, nella Resistenza, per la libertà e l’indipendenza del nostro paese e i caduti per il ripristino della dittatura e per l’asservimento dell’Italia alla Germania nazista.
I caduti nella Resistenza possono ben essere sentiti idealmente fratelli dei giovani repubblicani cispadani e poi cisalpini e poi italiani che seguirono la «tricolorata bandiera» (per cui il giovane Foscolo dedicò alla città di Reggio l’ode Bonaparte liberatore) nella lotta armata contro gli Austriaci e le bande sanfediste pur etnicamente italiane.
Rivolgo il mio saluto ai Costituenti presenti a Reggio e fra loro al Costituente Presidente della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro, alle altre cariche istituzionali, a Mario Luzi, chiamato come voce della poesia non estranea al senso profondo di queste celebrazioni, e ringrazio Lei che rappresenta una città a me cara anche per aver dato i natali ad uno dei grandi poeti italiani da me piú a lungo criticamente interpretati, Ludovico Ariosto.

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