Già da alcuni mesi Andrea Fratticioli, un giovane umbro che vive e studia nell'Oriente più estremo, pubblica su "micropolis on line" le sue corrispondenze, in una rubrica che si intitola "L'Internazionale di Micropolis". Non sempre parla immediatamente e direttamente di politica, come piacerebbe ai noi, vecchi redattori del mensilema il suo sguardo è attento, la sua mente curiosa. Dai suoi articoli nascono, com'è giusto, consapevolezze e interrogativi su quel mondo e sul nostro. A me sembra proprio da leggere questo articolo del 13 gennaio 2010. (S.L.L.)
Bangkok. La polizia controlla i feti del Wat Phai Ngern. |
A fine novembre il “paese dei sorrisi” è stato sconvolto da un’orribile scoperta: circa duemila feti umani di diversi pesi e dimensioni nascosti in una camera mortuaria nel cuore di Bangkok. Un forte odore aveva attirato la polizia fino al Wat Phai Ngern - o “Tempio del Bambù d’Argento” - luogo dell’orrendo ritrovamento. I feti, evidentemente in attesa di cremazione, erano rinchiusi in sacchetti di plastica bianca. A caldo, il tenente colonnello della polizia Kanathud Musiganont dichiarò che alcuni feti erano rimasti nascosti nel tempio per addirittura un anno.
A due mesi dallo scandalo, diverse persone sono già state arrestate (due becchini rei di aver nascosto i corpi e un dipendente di una clinica per aborti clandestini) con l’accusa di gestione di un ambulatorio medico senza licenza e di eseguire aborti, proibiti per legge. I becchini potrebbero essere condannati per un massimo di un anno di galera, mentre l’impiegato della clinica rischia fino a cinque anni.
La vicenda in Thailandia è stata vissuta come una vergogna nazionale, con una parte dell’opinione pubblica che ha definito “medievale” la legge che vieta la procedura di interruzione di gravidanza, obbligando ogni anno centinaia di migliaia di donne e ragazze a rivolgersi a costose e non sempre professionali “cliniche private”. Il governo thailandese, dal canto suo, ha risposto alle critiche promettendo di migliorare l’educazione sessuale tra i più giovani, ma ha continuato a difendendere la legislazione anti-abortista. Le ragioni governative sono comprensibili in un Regno dove le tradizioni sono gelosamente custodite da un monarca semidivino e ubbidientemente rispettate dalle masse, almeno formalmente. Inoltre, la stragrande maggioranza della popolazione segue il Buddismo Theravada - o “via degli anziani” - una corrente ortodossa che si caratterizza per la rigida linea conservatrice e per la “Sangha” - comunità dei monaci - il cui obiettivo primario è lo studio mnemonico dei testi sacri e il passaggio di questa tradizione ai posteri. La Sangha, che detiene un fortissimo potere di guida morale su questa nazione del sud-est asiatico, è dogmaticamente contraria alla liberalizzazione dell’aborto, in quanto il buddismo vieta ogni tipo di uccisione.
Ma mentre all’interno della società thailandese si sviluppa un dibattito sull’aborto che non differisce troppo da quello presente in molti altri paesi, in questa storia c’è ancora un grosso interrogativo: perché i feti sono stati nascosti nel tempio per mesi e mesi, senza essere sepolti o cremati? Per avvicinarsi ad una spiegazione occorre superare quell’immagine patinata della Thailandia che emerge dalle guide turistiche o da un veloce pernottamento presso le più rinomate località di vacanza ed entrare nel cuore pulsante di questa società. Mai come in Thailandia le teorie degli illuministi si dimostrano errate. Chi come loro aveva predetto che la scienza e la tecnologia avrebbero spazzato via credenze e religioni dovrebbe provare a farsi un giro per le strade di Bangkok. Ragazzi con laptop in mano si fermano davanti alle bancarelle che vendono amuleti, macchine di grande cilindrata si accostano al marciapiede per comprare manciate di insetti fritti, distinti signori entrano in librerie dove testi sull’oroscopo sono sullo stesso scaffale di bibbie, corani e manuali di economia aziendale. Da anni questa nazione ha abbracciato la modernità – nazionalismo, finanza, grattacieli, skytrain, moda e telefonini. Ma superate le apparenze e gli stereotipi più banali, ci si accorge che il paese dei sorrisi è anche un paese di spiriti e fantasmi, un luogo incantato dove paranormale e antiche credenze sono realtà ovvie e naturali per la maggioranza della cittadinanza locale.
Questa forte convinzione nell’esistenza degli spiriti e delle energie cosmiche influenza ogni aspetto della vita di questo popolo, dalle convinzioni religiose all’architettura, dalla politica ai programmi televisivi, dalle pubblicità fino alle attività commerciali. Nulla di strano, dunque, se nel decidere dove e come costruire un nuovo edificio un ingegnere sia “coadiuvato” da un esperto di geomanzia cinese. Naturale anche che l’inaugurazione dello stesso edificio sia accompagnata da una cerimonia religiosa e dalle preghiere del monaco officiante. Pratiche scontate in un Paese in cui all’interno di ogni casa o attività commerciale si trova un altare per gli Spiriti a cui offrire quotidianamente cibo e doni per attirare la buona fortuna e placare le anime in pena che potrebbero aggirarsi in quel luogo. In Thailandia persino le più importanti decisioni familiari, o di affari, affari richiedono la consultazione di un indovino: difficilmente una coppia convolerà a nozze se gli astri non saranno favorevoli.
Fantasmi e spiriti, insomma, sono vivi e vegeti nella vita quotidiana dei thailandesi. Storie di anime e di spettri sono così popolari che le sale cinematografiche che proiettano film dell’orrore sembrano non conoscere crisi. Persino nei giornaletti per bambini i fantasmi sono uno dei temi più ricorrenti.
Ma in questo paese gli spiriti non sono solo roba da ridere o un innocente passatempo. La stragrande maggioranza dei thailandesi crede nell’esistenza degli spiriti e una buona parte di loro crede di averne visti alcuni. Il fenomeno non è ristretto ai contadini delle regioni rurali, quasi tutte le persone con le quali ho affrontato l’argomento avevano una storia vissuta in prima persona da raccontare, persino buona parte degli studenti universitari della capitale ammette di temere gli spiriti.
Nella cosmologia thailandese sono una miriade ognuno con una sua caratteristica. Tra i più celebri sono, i Phi Am, spiriti che siedono sul fegato della gente, durante il sonno, causando fastidi e dolori; i Phi Braed, fantasmi giganti, molto temuti perché capaci di uccidere i genitori; i Phi Chamob, che infestano il luogo della jungla dov’è morta una donna; i Phi Duat Leut, che come i vampiri succhiano il sangue delle loro vittime; i Phi Ha, che sono spiriti di donne morte di parto, e sono considerati particolarmente pericolosi; i Phi Hai, che infestano i luoghi dove le persone muoiono in modo violento o innaturale (spesso entrano nel corpo dei viventi e vanno cacciati con esorcismi o a frustate); il Phi Kra Hang, uno spirito notturno dalle sembianze di uomo alato; e, senza andare troppo oltre, il Phi Krasue, uno degli spettri più conosciuti e temuti, sempre affamato di carne umana e assetato di sangue, prende le sembianze di belle donne e plana sulle sue vittime col suo abito lungo che nasconde la parte inferiore del corpo, priva di gambe e dal quale penzolano le intestina.
Per combattere questa schiera infinita di creature, c’è una sorta di ‘Ghost Buster’: il Mho Phi. Questi ‘dottori degli spiriti’ impiegano tecniche e pratiche diverse a seconda dello spettro che si trovano ad affrontare, alcuni di loro sono diventati vere e proprie celebrità venerate ed osannate in tutta la nazione.
È per tutte queste ragioni che nel tempio maledetto di Bangkok, dove il 16 novembre scorso i feti sono stati ritrovati, decine e decine di persone si sono riunite più volte per pregare per le oltre 2.000 anime dei bambini mai nati e per offrire loro latte e banane, vestitini e giocattoli.
Dopo qualche settimana ed un rituale di purificazione, l’obitorio presso l’ormai celebre Wat Phai Ngern è stato demolito, ma il tempio del Bambù d’Argento continua ad attirare visitatori e intorno a questo luogo si è sviluppata un’atmosfera del tutto particolare. Nel giorno della nostra visita, una decina di venditori di biglietti della lotteria aspettavano i clienti proprio all’ingresso del tempio. Uno di loro mi ha spiegato che i numeri 2 - 7 - 27 sono i più richiesti. Il 2 sta per i 2.002 feti, il 7 è il numero della camera mortuaria in cui sono stati rinvenuti e il 27 è stato il giorno della prima cerimonia a suffragio delle anime dei bambini abortiti. Dicono che un’energia spirituale invisibile che emana dalla camera mortuaria e dal tempio renderà quei numeri particolarmente fortunati.
La risposta alla nostra domanda però, ha poco a che fare con la trasformazione del “tempio della vergogna” in “piazzetta della fortuna”: il motivo per il quale i feti sono stati nascosti nel tempio per mesi, senza essere sepolti, ha radici molto meno esoteriche di quel che sembra, anche se resta appesa al collo dei tanti fedeli che quel tempio lo frequentano.
I thailandesi amano agghindarsi con amuleti di ogni tipo, garantiscono una protezione contro gli spiriti maligni e contro la sfortuna in generale. Il loro commercio pertanto è diffusissimo. Grandi generalmente dai due ai dieci centimetri, possono raffigurare il Budda, “santi” buddisti (Bodhisattva), monaci famosi, animali o simboli vari. Alcuni amuleti - perlomeno quelli ritenuti più potenti - possono valere milioni di baht, centinaia di migliaia di euro. Ma esiste anche un lato oscuro di questa credenza, paragonabile alla magia nera occidentale.
Uno degli amuleti più potenti è il Look Krog, che rappresenta un bambino non voluto o un feto abortito. Secondo la credenza popolare, questo oggetto ha un fortissimo potere sessuale ed è capace di attrarre esattamente la donna desiderata. A Bangkok, un simile gingillo, ricavato da un feto umano, viene venduto a prezzi esorbitanti, pari ad anni dello stipendio di un umile lavoratore. Ecco perché - secondo alcuni - i due becchini incaricati di sbarazzarsi dei feti abortiti clandestinamente, avrebbero deciso di avviare un redditizio traffico di amuleti, magari con la complicità di qualche monaco.
In una delle cerimonie svoltesi nel Wat Phai Ngern per le anime dei bambini mai nati, una donna di mezza età con in braccio suo figlio mi ha spiegato che questi riti e queste offerte - ripetuti dopo 3, 7, 50 e 100 giorni dalla scoperta dei feti - servono ad ingraziarsi le migliaia di spiriti che ancora vagano in questo luogo. “I bambini morti urlano la notte, li ho sentiti - mi ha detto stringendo al petto il suo bambino, visibilmente preoccupata - vanno placati, possono essere pericolosi”.
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