30.11.11

Anni Quaranta. Il Papa contro Rita Hayworth (Gerald Peary)

La caduta di Rita Hayworth ebbe luogo nel 1948, e fu improvvisa e rovinosa. Proprio lei, che era stata sempre considerata la più accomodante e la meno piantagrane delle attrici, rifiutò un soggetto che le era stato espressamente destinato, quello di Lola Hanson  e si fece sospendere dalla Columbia.
La stampa nazionale non sapeva nulla della sceneggiatura in questione, ma si schierò lo stesso unanime a fianco del datore di lavoro, largheggiando in storie lacrimose sul come il povero Harry Cohn, il tiranno in carica alla Columbia, avesse dovuto licenziare comprimari e personale per colpa di una diva capricciosa. Come giusta punizione il Women’s Press Club di Hollywood insignì la Hayworth del titolo di attrice meno disponibile del 1948.
Tutto ciò fu ancora poco rispetto alla successiva, monumentale, trasgressione. Rita Hayworth, l’istituzione americana per eccellenza, annunciò che intendeva sposare quello che da un po’ era il suo fedele accompagnatore, uno straniero, anzi un alieno: Alì Khan, il figlio dell’Aga Khan, uno dei capi spirituali dell’Islam.
I due lasciarono gli Stati Uniti, il cinema e Hollywood, e, mentre l’intrepida Luisella Parson non li perdeva d’occhio per un attimo e faceva la cronaca di tutto l’affaire in diretta, si sposarono nella Francia del Sud, il 27 maggio 1949, davanti a un sindaco comunista.
I novelli sposi non avevano aspettato che venissero formalmente espletate le pratiche del divorzio di Alì, che era in corsa proprio allora: le loro nozze, di conseguenza, vennero deplorate dal papa in persona. Il Vaticano, per di più, annunciò che Rita, che era cattolica, doveva considerarsi scomunicata e precisò che ogni figlio nato dall’unione sarebbe stato “concepito nel peccato”. La neo principessa rispose dando “prematuramente” alla luce una bambina, Yasmin, che nacque nel dicembre ’49, nei primi mesi del matrimonio.

Gerald Peary, Rita Hayworth. Storia illustrata del cinema, Rizzoli - Milano Libri

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