29.12.11

La trippa d'uovo di Simonetta e Chiara Agnello (da "Un filo d'olio")

Simonetta Agnello Hornby, nobildonna siciliana, avvocata in Inghilterra ed apprezzata scrittrice in italiano, ha pubblicato qualche mese fa per Sellerio un volumetto di memorie culinarie, Un filo d’olio, quasi tutte collegate alla casa di campagna dei baroni Agnello, in contrada Mosè ad Agrigento, ove pare sia nata l’idea del libro.
A mo’ di appendice vi si trovano delle ricette, recuperate, trascritte e rammodernate dalla sorella di Simonetta, Chiara Agnello, che potremmo catalogare sotto la dicitura “nobile cucina di campagna”, divise per i quattro-cinque mesi della “villeggiatura”, giacché, al tempo, il consumo di ortaggi, frutta, pesce e carni seguiva il mutare delle stagioni.
Trascrivo qui una semplice e curiosa Trippa d’uovo, attribuita al mese di giugno. Mi ha rammentato un’affascinante pagina di memorie, collocate anch’esse non lontano da Agrigento (nella strada tra la città odierna e la valle dei templi), di Franco Fortini, che ho già “postato” in questo blog (http://salvatoreloleggio.blogspot.com/2011/08/sicilia-1938-i-turbamenti-del-giovane.html ). Giovanissimo letterato senza quattrini e inesperto ciclista Fortini precipitò in una scarpata, donde una popolana lo trasse rifocillandolo con un Pesce d’uovo, in realtà una frittata, esattamente come la trippa degli Agnello.
L’uovo che sostituisce la trippa o il pesce, al tempo alimenti alla portata di molti, è manifestazione di fantasia (“una pietanza che allude a un’altra pietanza”) che arricchisce di senso l’atto dell’alimentarsi, forse senza connotazioni economiche. Ma l’uovo, in taluni momenti dell’anno liturgico, diventava cibo raro e perciò caro. A Carnevale, per esempio. Il dolce più tipico di quella festa nell’agrigentino, li sfinci, conosceva due varianti: sfinci d’ova e sfinci di patati. Le prime soffici e morbide, le seconde, con quel succedaneo d’origine americana, più pesanti e povere, ma pur sempre festive e festose. (S.L.L.)
GIUGNO
Trippa d'uovo
In realtà, è solamente un modo diverso di presentare una semplice frittata condita con salsa di pomodoro e basilico.
Eppure, la diversa consistenza e la preparazione insolita, così simile alla trippa o a un piatto di tagliatelle al sugo, erano un divertimento per gli occhi e per il palato: in questo modo una pietanza normalissima diventava speciale.

Ingredienti (per 4 pp)
4 uova
2 cucchiai di formaggio grattugiato
1 cucchiaio di pangrattato
4 cucchiai di salsa di pomodoro
2 cucchiai di olio d’oliva
qualche foglia di basilico per decorazione
sale e pepe

Battere le uova, condirle, aggiungere il formaggio grattugiato e il pangrattato.
Passare un velo di olio in una padella antiaderente e cuocervi delle frittate sottili.
Quando sono pronte, tagliarle a listarelle larghe circa 2 centimetri, condirle con qualche cucchiaiata di salsa, mescolarle con molta delicatezza e metterne un mucchietto al centro dei singoli piatti. Versarvi sopra un po’ di salsa, un po’ di parmigiano grattugiato e decorare con una fogliolina di basilico.

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